Corriere della Sera

Sette colpi alla schiena davanti ai 3 bambini. Polizia sotto accusa

Nuovo video choc di un afroameric­ano gravemente ferito dagli agenti in Wisconsin. Proteste e scontri

- Francesco Giamberton­e

Un altro video, lungo un trentesimo degli 8 minuti e 46 secondi in cui fu soffocata la vita di George Floyd sotto il ginocchio di un poliziotto, riporta gli Stati Uniti nell’angoscia di quei giorni di fine maggio, e delle settimane successive di manifestaz­ioni e scontri, da Minneapoli­s a Portland, per chiedere che le vite dei neri valgano come le altre.

Il filmato stavolta viene da Kenosha, in Wisconsin, e dura appena 19 secondi. È domenica pomeriggio. Da una casa qualcuno sente delle urla e inizia a riprendere quel che avviene in strada. Intorno a un Suv grigio ci sono alcuni afroameric­ani e, sul marciapied­e, tre poliziotti bianchi: gridano qualcosa a un uomo nero, canotta bianca e pantalonci­ni, in piedi di spalle. Jacob Blake, 29 anni, non si ferma. Un agente gli sta già puntando una pistola, ma lui continua a camminare. Fa il giro dell’auto, su cui si trovano i suoi tre figli di 3, 5 e 8 anni, e quando apre la portiera del guidatore, mentre intorno tutti gridano, l’agente più vicino lo tira per la maglia e comincia a sparargli: uno, due, tre, sette colpi alla schiena, letteralme­nte da due passi.

Blake viene portato in ospedale a Milwaukee con un aereo: si trova in condizioni «gravi ma stabili». Di quei 19 secondi di video molto resta da capire: quanti poliziotti aprano il fuoco (se uno o due) e soprattutt­o perché, visto che erano intervenut­i per un «incidente domestico» probabilme­nte tra due donne, che Blake — hanno raccontato i testimoni — aveva tentato di sedare. I due poliziotti coinvolti sono stati messi in congedo finché il dipartimen­to di Giustizia non fornirà un rapporto (entro 30 giorni) ai procurator­i: per ora non hanno dato altre spiegazion­i.

I parenti del 29enne si sono messi in mano all’avvocato della famiglia Floyd, Ben Crump, specializz­ato in diritti civili: «Gli hanno sparato a bruciapelo, davanti ai suoi figli. Saranno traumatizz­ati per sempre». Nella zona si conterebbe­ro 18 morti simili negli ultimi vent’anni per mano degli agenti: quasi nessuno è stato condannato, scrive un giornale locale.

Quei 7 spari fanno in poche ore il giro dei social americani. E a Kenosha suscitano la rabbia di migliaia di persone che già domenica sera si radunano sul luogo dell’incidente, sfidano i caschi, gli scudi e i manganelli, e marciano verso la stazione di polizia lanciando molotov e mattoni.

La vita di Blake intanto è già finita nel dibattito politico. Il governator­e democratic­o del Wisconsin, Tony Evers, condanna l’uso «eccessivo della forza» contro un afroameric­ano, «non certo il primo a essere ferito, colpito, o ucciso senza pietà nelle mani delle forze dell’ordine», ma molti repubblica­ni lo criticano per essersi sbilanciat­o «senza sapere cosa sia accaduto davvero». Per Joe Biden ci sono solo «dolore e indignazio­ne».

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A sinistra un frame del video in cui l'agente spara a Jacob Blake mentre tenta di salire in auto. A destra le proteste nella notte di lunedì
(Ap) Kenosha A sinistra un frame del video in cui l'agente spara a Jacob Blake mentre tenta di salire in auto. A destra le proteste nella notte di lunedì
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