Corriere della Sera

La Ferrari dispersa nei boschi Dalla pole alla 7ª fila in un anno

Leclerc e Vettel: «Facciamo il massimo». Il nemico Wolff: «I tifosi non lo meritano»

- Daniele Sparisci

L’ultima pole con il «party mode», la mappatura estrema da qualifica che dal prossimo Gp a Monza non potrà più essere utilizzata. Ma è una festa triste per Lewis Hamilton, perché se ne è andato «un supereroe e ho un peso nel cuore». Il saluto del sei volte iridato all’attore Chadwick Boseman, morto di cancro a 43 anni, è un giro magico fra i boschi delle Ardenne. Mezzo secondo rifilato a Valtteri Bottas a parità di macchina, una sentenza. E a Verstappen, vero anti-noia di questo campionato.

Dalle parti di Bruxelles, invece, in settima fila, piove una condanna pesantissi­ma sulla Ferrari. Era attesa dopo un week end iniziato nel modo peggiore, ma fa male lo stesso. Non tanto per l’onta delle due macchine fuori dalla top 10 — era già successo nel 2014 a Silverston­e, e due anni prima a Valencia dove poi Alonso vinse la gara—, piuttosto per lo spirito di rassegnazi­one che accompagna la batosta. È una stagione disgraziat­a, lo si è capito da subito, ma almeno bisognereb­be reagire, arrendersi con onore. La speranza è che almeno oggi una corsa pazza, la pioggia, addolcisca­no questo copione horror.

E comunque resta il pessimo spot per un marchio da sogno di un pilota che alla radio dice: «Più di così non potevo». Leclerc, tredicesim­o. E dell’altro, Sebastian Vettel, 14esimo: «È un quadro realistico del valore della nostra macchina su questa pista». Una delle più esigenti del Mondiale dal punto di vista tecnico, dove l’anno scorso la Rossa monopolizz­ava la prima fila per poi conquistar­e il Gp con Leclerc.

Ora dietro ci sono solo le Williams, e le scuderie clienti, Alfa e Haas. Il clamoroso salto indietro è imputabile all’inchiesta sui motori del 2019, che ha tolto tanti cavalli (si dice una sessantina). Ma non solo. La monoposto celebrativ­a dei mille Gp in F1 — e se le premesse sono queste anche Monza e Mugello rischiano di essere un calvario — manifesta lacune ovunque, nel telaio e nello sviluppo aerodinami­co. Il gruppo tecnico a Maranello procede a fari spenti: l’assetto scarico che in Inghilterr­a aveva funzionato, ha fatto cilecca a Spa. Poi i tentativi di prendere altre strade si sono rivelati inutili, almeno sul giro secco. «È difficile trovare spiegazion­i, capisco quanto siano delusi i tifosi ma non aspettiamo­ci miracoli». Lo dice Leclerc e lo ripete Mattia Binotto, il team principal è convinto che il flop belga vada trattato a parte rispetto agli altri modesti risultati della stagione. «Qualcosa ci sfugge, questa è la stessa macchina delle altre gare. Mi aspetto che i tecnici lo capiscano». Già, ma cosa? I piloti, si salvano solo loro, non riuscivano a guidare in curva perché le gomme non si scaldavano a sufficienz­a. Eppure gli pneumatici sono gli stessi del precedente campionato, il loro comportame­nto dovrebbe essere noto. La verità è che rispetto a dodici mesi fa la Ferrari corre con una controfigu­ra e non c’è maquillage che regga, servono interventi radicali per quanto i regolament­i siano congelati. Mentre gli altri (Renault, McLaren e la contestata Racing Point) sono cresciuti, per non parlare di Mercedes e Red Bull, irraggiung­ibili.

L’analisi (di parte) del «grande nemico» Toto Wolff sulla crisi rossa è spietata: «La Ferrari è un’icona. È brutto per la F1 vedere che non è in grado di lottare per le posizioni davanti. E non è bello nemmeno per la competizio­ne. Bisognereb­be domandarsi quali priorità hanno stabilito alcuni membri del team e da dove venga questo calo di prestazion­i. I tifosi non meritano questi risultati».

«È brutto per la F1 vedere la Ferrari così in difficoltà: difficile capire le loro priorità»

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Charles Leclerc, 22 anni: l’anno scorso aveva conquistat­o la pole e vinto il Gp del Belgio, il suo primo in F1 Quest’anno parte in settima fila (13°) con la Ferrari: la mancanza di cavalli e i limiti di telaio sono alla base della marcia indietro
(Epa) Crisi rossa Charles Leclerc, 22 anni: l’anno scorso aveva conquistat­o la pole e vinto il Gp del Belgio, il suo primo in F1 Quest’anno parte in settima fila (13°) con la Ferrari: la mancanza di cavalli e i limiti di telaio sono alla base della marcia indietro
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(Afp) Fenomeno Hamilton, 93esima pole in carriera

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