Di Maio: non mi affascina il rimpasto
Il dibattito sul dopo voto. I leader della maggioranza escludono un intervento sulla squadra di governo
A Palazzo Chigi non vogliono nemmeno sentirne parlare. Sembra che il capo del governo Giuseppe Conte non abbia in agenda alcun tipo di annuncio, presenza o appuntamento di qualsiasi tipo in tema di elezioni regionali. Resterà a guardare, se ne terrà fuori. Altro che rimpasto o sostituzione di ministri, ufficialmente Conte non ha nessuna voglia di prendere in considerazione, al momento, l’argomento.
Stessa posizione nel Pd, lo dice a chiare lettere anche il segretario del partito Nicola Zingaretti. Sull’eventuale rimpasto di governo la mette in questo modo: «Non so perché all’improvviso, a cinque giorni dal voto, si scateni la discussione sul dopo voto. La mia unica ossessione è vincere le elezioni per salvare l’Italia e dare ai cittadini di queste regioni dei buoni governi. Non avrei neanche il tempo fisico per mettermi a fare accordi perché per fortuna noi le campagne elettorali le facciamo per le strade», smentendo di averne parlato con il presidente del Consiglio.
Insomma l’argomento sarà motivo di riflessione nella maggioranza, eventualmente, solo dopo il voto di domenica e lunedì nelle 7 Regioni chiamate alle urne: «Sono orgoglioso di poter dire che dalla Val d’Aosta fino alla Sicilia nei Comuni dove votano c’è un solo partito che ovunque presenta le liste con alleanze larghe e ovunque è l’unica garanzia di alternativa alle destre», ha concluso Zingaretti.
Sulla stessa linea anche il Movimento 5 stelle: «Non mi affascina questa parola, come non affascina i cittadini — ha risposto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ai microfoni di Radio 24 —. I cittadini non vogliono un rimpasto — ha aggiunto — vogliono il lavoro, meno tasse e vogliono imprese sostenute dallo Stato per riuscire a competere a livello internazionale».
La pensano in modo diverso nell’opposizione, a cominciare da Giorgia Meloni: «Se questi signori avessero un minimo di interesse per quello che pensano i cittadini probabilmente ora non sarebbero già più lì. Proveranno a fregarsene anche in caso di vittoria
Taglio dei parlamentari, l’annuncio di Veltroni: voto No, su questo non decidono i segretari
del centrodestra. La Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo e prevede lo scioglimento anticipato delle Camere come strumento quando si ravvisa che c’è una distanza siderale tra il popolo e il Palazzo».
Intanto sul referendum per il taglio dei parlamentari l’annuncio di Walter Veltroni: «Voto No come Prodi, Parisi, Cacciari... Su questo tema specifico ci sono punti di vista diversi, sennò deciderebbero solo i segretari di partito», dice ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7.