Bendate i professori
La vicepreside del liceo Socrate di Roma ha suggerito alle allieve di non andare più a scuola in minigonna, altrimenti ai professori «casca l’occhio». Succede che, in quella scuola così piena di occhi, al momento scarseggino i banchi, e le studentesse assistano alle lezioni sedute sul pavimento, dove le loro gambe scoperte attirerebbero gli sguardi concupiscenti di alcuni insegnanti. Non si ha notizia di allievi maschi a cui la vicepreside abbia chiesto di non indossare magliette a maniche corte per evitare che a qualche prof «caschi l’occhio» sugli avambracci tatuati. Il guardonismo resta una questione eminentemente maschile. E interclassista: ne soffrirebbero i professori di liceo come i coatti del sabato sera. A lasciare esterrefatti è la cura proposta dalla vicepreside. Invece di chiedere un cambio di atteggiamento ai guardoni, ha chiesto un cambio di abbigliamento alle guardate. Come se il guardonismo fosse indiscutibile e immodificabile, una specie di virus della mascolinità da cui ci si può solo proteggere: con un paio di pantaloni e domani, chissà, con un burqa.
In questa storia dove gli adulti di ambo i sessi non brillano per innovazione, la figura migliore l’hanno fatta le ragazze, che hanno reagito al sopruso presentandosi a scuola in minigonna. E se a qualcuno continuasse a cascare l’occhio? Anziché coprire le gambe, si potrebbe coprire l’occhio. Arrivassero addirittura i banchi, non esiterei a parlare di salto di civiltà.