Trump, mossa anti Cina: vietati TikTok e WeChat
Proibito scaricare le app. «Salvaguardare la sicurezza nazionale»
Proibito da domani scaricare TikTok e pagare con l’app WeChat. Il divieto scatta negli Usa e segue gli ordini esecutivi di Trump firmati ad agosto. È un nuovo capitolo della sfida alla Cina. Ma la Casa Bianca entro domani dovrà anche pronunciarsi sull’intesa fra l’americana Oracle e ByteDance proprietaria del social.
A partire da domenica, gli americani non potranno più scaricare e aggiornare TikTok e WeChat dai negozi di applicazioni (iOs di Apple e Google Play Store di Google).
È quanto ha annunciato ieri il dipartimento del Commercio Usa per «salvaguardare la sicurezza nazionale» facendo seguito agli ordini esecutivi firmati il 6 agosto da
Donald Trump. «Il Partito Comunista Cinese ha dimostrato di usare queste app per minacciare la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia americana», ha dichiarato il segretario al Commercio americano, Wilbur Ross.
Per entrambe le app è un duro colpo. Soprattutto per WeChat, che un alto funzionario dell’amministrazione ha definito a Cnbc «morta negli Stati Uniti»: da domenica non potrà più processare pagamenti (è una delle tante funzioni che l’app di messaggistica da più di un miliardo di utenti, 3,5 milioni dei quali negli Stati Uniti, ha al suo interno) e appoggiarsi a infrastrutture americane.
TikTok ha invece tempo fino al 12 novembre, a elezioni finite, per scongiurare la messa al bando. Secondo quanto deciso dal dipartimento, infatti, tra poco meno di due mesi anche l’app di video preferita dagli adolescenti e usata da 100 milioni di americani non potrà più usare reti e spazi di elaborazione e gestione dei dati e dei contenuti di aziende americane. Per ora chi l’ha già scaricata potrà continuare a usarla fino a quando l’assenza di aggiornamenti la renderà obsoleta, mentre chi non aveva mai effettuato il download o l’aveva cancellata dovrà rinunciarci. Dagli altri Paesi, fino al 12 novembre non si dovrebbe notare alcuna differenza.
Le speranze dell’applicazione di proprietà della cinese ByteDance di non perdere gli Usa sono affidate alle trattative con l’azienda americana di software Oracle. A inizio settimana e dopo le indiscrezioni sull’ottimismo per la reazione del governo di Pechino, che in agosto ha modificato le regole sulle esportazioni per poter dire la sua ed evitare la cessione dell’algoritmo, sembrava cosa fatta. In una nota in cui si dice «in disaccordo con la decisione del Dipartimento del Commercio e contrariata» l’azienda cinese ha anche fatto riferimento a «un provider tecnologico americano» che «sarebbe responsabile della gestione e del funzionamento del network di TikTok negli Stati Uniti».
Senza l’approvazione di Trump, però, non se ne fa niente. E la decisione di ieri di proseguire con quanto previsto dagli ordini esecutivi di agosto potrebbe essere riconducibile alla volontà di alzare la posta in gioco e spingere per la nascita di una società con la maggioranza delle quote in mani americane. Giovedì il Wall Street Journal scriveva che ci si può arrivare con Oracle, Walmart (tornato in auge dopo l’uscita di scena di Microsoft) e gli investitori americani attuali, come Sequoia Capital, General Atlantic e Coatue Management LLC nel tentativo di alleviare le preoccupazioni sulla sicurezza del governo Usa.
Per non perdere il mercato Usa, la società cinese avrà bisogno del via libera di Trump