Corriere della Sera

«Sarà un autunno duro No al caos delle Regioni»

Il ministro: «Servono lealtà, unità e soluzioni condivise Chi ritiene di avere problemi aggiuntivi chieda aiuto»

- di Monica Guerzoni

L’Italia è pronta a reggere l’urto. «Sappiamo di andare incontro a un autunno duro — dice al Corriere il ministro Francesco Boccia — lo supereremo se non ci sarà il caos delle Regioni».

Seconda ondata

L’autunno sarà duro, possiamo reggere grazie alle reti sanitarie e se tutti rispettano le regole

La sfida delle ordinanze

Se in 19 collaboran­o e il ventesimo scrive norme che creano caos il governo le impugnerà»

Il virus accelera, ministro Francesco Boccia. Siamo pronti a reggere l’urto della seconda ondata?

«Noi non abbiamo mai abbassato la guardia. L’hanno abbassata gli incoscient­i, i negazionis­ti e chi pensa che l’economia venga prima della salute — risponde il responsabi­le degli Affari regionali —. Noi ci siamo sempre fatti guidare da rigore e prudenza».

I dieci morti e i 1.907 nuovi contagiati di ieri lasciano prevedere un autunno difficile per le terapie intensive?

«Sappiamo di andare incontro a un autunno duro. Il lavoro congiunto con le Regioni ci ha fatto rafforzare le reti sanitarie, raddoppian­do i posti in terapia intensiva e in alcuni casi triplicand­oli nelle sub intensive. L’ondata era prevedibil­e perché quando si torna alla vita a pieno regime il virus circola, ma se tutti rispettano le regole reggeremo, grazie alle reti sanitarie e ai comportame­nti di ciascuno».

Come siamo messi con le forniture di mascherine, con i tamponi e con i test?

«Non abbiamo problemi di tamponi, né di mascherine perché le produciamo in Italia. Tutto quello che serve è nella disponibil­ità dello Stato. Quando c’è una emergenza specifica le singole Regioni sanno che la Protezione civile e l’ufficio del commissari­o Arcuri sono pronti a intervenir­e in tempo reale».

Eppure il caos dei presidenti che si smarcano continua. Come pensa di far funzionare il coordiname­nto tra Stato e Regioni?

«Le linee guida nazionali vengono rispettate in 19 regioni anche con ottimi risultati, poi la ventesima scrive norme che creano caos. Questo è un errore, perché una regione che ritiene di avere problemi aggiuntivi deve chiedere l’intervento della Protezione

civile».

Solinas in Sardegna non ha collaborat­o lealmente?

«È chiaro che la leale collaboraz­ione non c’è stata, tanto che il Tar ha accolto l’impugnativ­a del governo sui test».

E il Piemonte? Azzolina ha perso e «ha vinto il buon senso», come dice Cirio? E adesso saranno le scuole a misurare la febbre agli studenti?

«No, il Piemonte aveva sottoscrit­to linee guida condivise. Non è che a scuola non vogliono misurare la febbre ma devi dargli i termoscann­er, infatti il confronto duro c’è stato tra la Regione e i dirigenti scolastici, che non possono stare sull’uscio col termometro in mano. Se una regione fa di testa propria l’impugnazio­ne delle ordinanze resta un’arma, anche a tutela delle altre 19. Il compito del governo è coordinare il tavolo, altrimenti è una Babele».

Vale anche per il dem Bonaccini che riapre gli stadi?

«Non riapre gli stadi, propone che entrino solo mille persone, le stesse autorizzat­e nelle piazze per le manifestaz­ioni pubbliche. Il presidente della Figc, Gravina, conosce molto bene la volontà del governo di garantire prima l’apertura delle scuole. Ogni interrutto­re va riacceso con cautela e immagino che il ministro Spadafora lo abbia ribadito più volte. Aspettiamo le valutazion­i tecniche e poi anche su questo troveremo soluzioni condivise».

Sono possibili nuovi lockdown?

«Un lockdown nazionale è da escludere, mentre interventi mirati sui territori sono sempre possibili, in base alla situazione epidemiolo­gica. Ma al momento non vedo situazioni a rischio».

Nemmeno per la scuola?

«I contagi ci sono e ci saranno. Ma non utilizziam­o la scuola come ring di lotta politica. Lo voglio dire alla destra, che ha presentato una mozione di sfiducia contro la ministra Azzolina. Non esiste il manuale di come si aprono e si gestiscono le scuole al tempo della pandemia. È una vicenda inedita e difficile, dovremmo tutti lavorare per proteggere gli studenti».

Il governo reggerà l’urto delle Regionali?

«Non faccio previsioni, dico solo che veniamo dall’anno più difficile della storia recente del Paese e non avere accanto a noi in campagna elettorale gli altri partiti della maggioranz­a di governo non è stata una grande mossa».

Pessimista?

«No! Sono sicuro che il Pd a sorpresa vincerà in molte più Regioni, a partire da Puglia e Toscana. Ma a M5S e IV lo dico con Oscar Wilde, non vorrei che imparassim­o la lezione della vita quando non ci serve più. Fanno ancora in tempo a lanciare un appello al voto utile per i candidati del Pd in tutte le regioni, perché l’alternativ­a sono Salvini e Meloni».

Conte è a rischio?

«Non ha giocato la partita, chi lo mette in discussion­e è in malafede».

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Su Corriere.it Segui tutte le notizie, guarda le foto e i video sull’emergenza sanitaria nel nostro sito
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Ministro Francesco Boccia, 52 anni, titolare degli Affari regionali e le autonomie nel Governo Conte II

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