Corriere della Sera

Save the Duck, il monomarca e le papere salvate

- Carlotta Clerici

Crede in un ritorno alla normalità Nicolas Bargi, ceo e fondatore di Save the Duck, brand nato nel 2012 con l’obiettivo di tutelare l’ambiente e gli animali. Il marchio ha inaugurato il suo secondo negozio monomarca a Milano in via Dante 3 (il primo è in via Solferino), tenendo la barra dritta sugli obiettivi e i piani di sviluppo, nonostante gli sbalzi di mercato portati dalla pandemia. «Siamo riusciti — spiega Bargi — ad andare avanti, non perdendo mai la voglia di metterci in gioco, anche perché rispetto alla media dei brand le perdite sono state lievi. L’estero, poi, soprattutt­o il nord Europa, ha sofferto molto meno, tenendo botta all’effetto covid. In Italia, invece, stiamo osservando un fenomeno atipico, ovvero il rilancio delle piccole realtà delle province: i negozi delle piccole città, di fatto, hanno funzionato bene alla riapertura. Comprare in loco è stato percepito come più sicuro e questa scelta, in un certo senso è sana, visto che salva un heritage che esiste solo in Italia». Protagonis­ti del nuovo negozio milanese i prodotti iconici e sostenibil­i del brand: tra i traguardi più prestigios­i del gruppo, anche il titolo di prima azienda del sistema fashion italiano con la certificaz­ione BCorp (la più rigorosa nel misurare l’impatto sociale positivo di un’azienda) nel 2019. Il marchio è un esempio concreto di «brand activism» con già 20 milioni di papere salvate (impegno riconosciu­to anche dall’omg americana Peta), ricerche sui materiali biodegrada­bili (come gli scarti di banana): tra i fiori all’occhiello il nylon 6 (rigenerazi­one delle reti da pesca e nylon riciclato) utilizzato come manifesto dell’economia circolare.

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L’interno del negozio di via Dante 3

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