Fontana di 9 metri E il cioccolato è uno spettacolo
Nel nuovo museo Lindt la Storia è interattiva
Come a volte accade, le grandi scoperte sono frutto della casualità. Nel 1879 Rodolphe Lindt inventò a Berna la «conca», che mescolava in modo meccanico la cioccolata. Un venerdì sera, chiudendo il laboratorio, dimenticò la macchina accesa: grazie a quella distrazione, anziché il cacao bruciato, il lunedì successivo, dopo 72 ore, trovò un cioccolato che si scioglieva in bocca. Era nato il fondente.
Questo e altri aneddoti sono raccontati nel museo interattivo all’interno della nuova Lindt Home of Chocolate, inaugurata a Kilchberg, cittadina presso Zurigo, il 10 settembre e che domenica scorsa ha aperto ai visitatori.
Un centro di competenza per il cioccolato con all’interno - oltre al museo - un impianto di ricerca e una produzione «a vista». Un nuovo simbolo dell’industria del cioccolato svizzera, rappresentato da una fontana di cioccolato di 9,3 metri, la più alta del mondo, da dove sgorgano 1000 litri di cioccolato liquido, che arriva fino a terra al centro di una pallina simile alla celebre pralina Lindor. A fare gli onori di casa il presidente del Consiglio di Fondazione Ernst Tanner e il testimonial Roger Federer, che ha subito manifestato il desiderio di visitarlo con i suoi bambini. Lo spirito «edutainment» è parte di questo mausoleo affacciato sul lago di Zurigo e realizzato dallo studio di architettura di Basilea Christ & Gantenbein, che ha curato anche l’ampliamento del Museo d’arte di Basilea e la ristrutturazione del Museo nazionale di Zurigo. L’edificio è stato pensato come un raddoppio della fabbrica della Lindt risalente al 1899 e proprio per questo modellato sulla storica fabbrica Lindt e Sprüngl. Tre piani, scale circolari, passerelle sospese nel vuoto e ampi lucernari: l’investimento di oltre cento milioni di franchi (93 milioni di euro) nella visione dell’azienda sarà ripagato da 350 mila presenze all’anno, richiamate da attrazioni come il Chocolate Tour, che inizia con una visita virtuali alle piantagioni di cacao in Ghana e finisce con l’«Innovation Lab», dove si può scoprire in che modo l’intelligenza artificiale sta cambiando la produzione del cioccolato.
Un percorso in cui si scopre l’esistenza della cintura degli alberi di cacao che percorre l’Equatore e la bevanda a base di fave di cacao di cui erano ghiotti i Maya, da considerare quindi come i primi veri maestri cioccolatieri. Non mancano dettagli «estetici», tra cui i magnifici incarti di tavolette Suchard, il cui fondatore fu tra i primi a intuire l’importanza della pubblicità. L’aspetto didattico va di pari passo con quello sostenibile e sociale: la Lindt Chocolate Competence Foundation si è posta l’obiettivo di rafforzare a lungo termine la Svizzera come sede produttiva più importante del cioccolato e il museo, parte trainante del progetto, servirà a divulgare la cultura del cioccolato. Nel museo dei record c’è anche un altro primato: la Lindt Home of Chocolate ospita anche il piu grande Lindt Chocolate Shop al mondo, il primo Lindt Cafe della Svizzera e un laboratorio di cioccolateria per corsi a tema.