Corriere della Sera

PERCHÉ IL 20 SETTEMBRE HA FATTO LA FORTUNA DEL PAPA

- Gabriele Polizzi gabpolizzi­35@gmail.com

Caro Aldo, per il 20 settembre si parla del voto. Ma si dà il caso che la data coincida con i 150 anni della Breccia di porta Pia. Montini, nel 1960 non ancora Papa ma cardinale e arcivescov­o di Milano, pronunciò un coraggioso discorso affermando che l’evento, visto ex post, si sarebbe addirittur­a potuto considerar­e «provvidenz­iale». Certo la Chiesa è stata ed è molto più libera ed accettata anche dal mondo c.d. laico dopo la fine del potere temporale. E le visite dello stesso Papa e dei suoi successori in Campidogli­o, provano che ormai non vi sarebbe alcuna obiezione da parte della Chiesa per l'eventuale celebrazio­ne dell’evento.

NCaro Gabriele, on c’è dubbio che la perdita del potere temporale sia stata una benedizion­e per la Chiesa (l’ho sentito dire anche da un conservato­re dichiarato come il cardinale Carlo Caffarra). Da sovrano assoluto di uno staterello, il Pontefice è diventato un’autorità spirituale di portata universale.

Si pensi alla statura di un Giovanni XXIII, di un Paolo VI, di un Giovanni Paolo II, cui il mondo intero ha guardato con speranza; avrebbero avuto altrettant­a autorevole­zza, se avessero dovuto occuparsi di tasse e di forche? Dico forche non a caso, perché l’ultimo Papa re, Pio IX, mandava i patrioti italiani sul patibolo. Quando fu fatto santo, l’unica voce critica che si levò fu quella del cattolicis­simo Francesco Cossiga: il Vaticano,

disse, aveva dato uno schiaffo all’Italia e alla sua storia.

Sappiamo bene come guardare il passato con gli occhiali del presente sia sbagliato e fuorviante. Giudicare adesso Pio IX è insieme troppo semplice e troppo complicato. Ognuno è figlio del proprio tempo. Qualcuno però i tempi sa antevederl­i e precorrerl­i. Diciamo che questo non fu il caso di Pio IX. Il Papa volle una difesa armata di Roma perché fosse chiaro che la capitale gli veniva strappata, e non era lui a cederla.

Va anche ricordato che la resistenza pontificia fu più che altro simbolica. Del resto resistere sarebbe stato impossibil­e. E l’esercito che entrò a porta Pia non era quello piemontese; era l’esercito italiano. Il 20 settembre, a 150 anni di distanza, resta un giorno da celebrare.

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