Porte semiaperte
Il caso Il virus circola e l’accesso parziale del pubblico negli stadi crea tensioni e polemiche
Da Spadafora il via libera a 1.000 spettatori nel tennis Bonaccini: così anche per il calcio in Emilia-Romagna E la mossa del governatore agita il governo Tifosi per l’Inter, per Parma e Sassuolo pochi inviti
Da oggi gli impianti sportivi italiani all’aperto riaprono (senza spalancarle e con infinite precauzioni) le loro porte ai tifosi dopo sei mesi di chiusura. La possibilità, già contemplata dal Dcpm del 7 agosto scorso, diventa operativa. I primi cancelli a sbloccarsi saranno quelli di San Siro dove oggi alle 18 l’Inter sfiderà in amichevole il Pisa davanti a mille tifosi scelti dal club in rappresentanza di tutto il mondo nerazzurro.
Vincenzo Spadafora ieri ha scelto gli Internazionali di Roma per dare l’annuncio: «Finalmente — ha detto il ministro dello Sport — cominciando qui al Foro Italico, mille spettatori potranno accedere a tutte le competizioni sportive che si terranno all’aperto rispettando le regole previste in merito a distanziamento, mascherine, prenotazioni. Un primo ma significativo passo verso il ritorno alla normalità nello sport». Felice il presidente federale Binaghi («È il riconoscimento di una battaglia violenta che abbiamo condotto fin dall’inizio») che si è però subito trovato di fronte alla grana dei biglietti (solo per il Centrale) da rimettere in palio a velocità record (le prime partite a porte aperte sono domani) tra chi li aveva già acquistati per maggio, con un sistema di prenotazione via mail che ha stressato i server federali.
L’ottimismo si è addirittura diffuso per un’ulteriore apertura di Walter Ricciardi, consigliere del ministero della Salute: «Bisogna essere oggettivi: si può pensare anche a un numero maggiore di persone purché restino per il tempo necessario e vadano via in maniera adeguata».
E Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna, non ha perso tempo diffondendo un’ordinanza ad hoc per le due partite di Serie A di domani (Parma-Napoli e Sassuolo-Cagliari) e fissando in 13.147 i tifosi per il Gp di Imola di F.1 del 1° novembre. Tramite l’ad Carnevali, il Sassuolo ha fatto sapere di non essere in grado di gestire in tempo l’ingresso degli spettatori al Mapei Stadium per il match col Cagliari: allo stadio entreranno più dirigenti e sponsor.
Ma a due giorni dalle elezioni regionali in cui, tranne che in Liguria, il Pd non è riuscito a stringere alleanze con il M5S, l’annuncio del ministro Spadafora e poi la fuga da centravanti di Bonaccini hanno innervosito parecchio gli animi nella maggioranza giallorossa. Il ministro della Salute Speranza, che su questi temi si è sempre raccordato con il premier Giuseppe Conte, ha ribadito come la priorità fosse riportare in sicurezza gli studenti sui banchi.
Il contropiede rispetto alla linea del rigore e della prudenza rischia di portare in fuorigioco la maggioranza di governo in un momento delicatissimo dal punto di vista sanitario e politico. Un certo inconfessabile fastidio si coglieva ieri ai vertici del Pd, dove Bonaccini è guardato a vista dai fedelissimi di Zingaretti per le sue presunte mire nei confronti della segreteria del partito. Frena anche Boccia, ministro per gli Affari regionali: «Bonaccini non riapre gli stadi, propone che entrino solo mille persone, le stesse autorizzate nelle piazze per le manifestazioni pubbliche. Il presidente della Figc, Gravina, conosce bene la volontà del governo di garantire prima l’apertura delle scuole. Ogni interruttore va riacceso con cautela e immagino che Spadafora lo abbia ribadito».
Chiude il dibattito il presidente del Coni Malagò: «È chiaro che il mondo dello sport si augurava segnali il prima possibile in questo senso, per ovvi motivi: ieri è stato un peccato per esempio non avere il pubblico ad un Golden Gala di atletica davvero strepitoso. Tutto si può dire tranne che non stiamo facendo qualcosa in più, poi dinamiche organizzative spettano a chi ha responsabilità».