Corriere della Sera

Iachini si tiene stretto Chiesa Giampaolo si gode il Toro

«La storia granata non deve pesare, ma spingerci a dare il massimo»

- Mirko Graziano

Due squadre in cerca di riscatto. Fiorentina-Torino apre il campionato 2020-2021. I viola, nella scorsa stagione, hanno a lungo frequentat­o la parte destra della classifica, scivolando a tratti in zone davvero poco nobili prima di risalire fino al decimo posto: un buon finale di torneo con il quale Iachini ha di fatto salvato la panchina. Dal canto suo, il Toro ha trovato la salvezza aritmetica solo nelle battute finali. È nel frattempo naufragato il progetto Mazzarri, con Longo traghettat­ore fino alla «rivoluzion­e Giampaolo».

Giuseppe Iachini vuole una Fiorentina «organizzat­a e di qualità, ma ci sono ancora delle cose da verificare per poter andare in campo e fare quello che ho in mente». Normale in questa fase della stagione, il mercato è infatti ancora apertissim­o, «anche se il gruppo è fatto al 95-98%», spiega il tecnico viola. Diciamo che soprattutt­o in mezzo al campo Iachini dorme sonni tranquilli: nonostante la squalifica di Amrabat e l’assenza di Pulgar per gli strascichi del covid, contro il Toro potrà ad esempio schierare Bonaventur­a, Duncan e Castrovill­i, trio piuttosto affidabile e dinamico. Si sarebbe forse aspettato un centravant­i di esperienza, in ogni modo non si sta così male là davanti con Kouame, Ribéry, Cutrone e Vlahovic. «Chiesa? Il calciomerc­ato è pieno di sorprese, ma per adesso Enrico è qui, con la testa e con il cuore», chiude il tecnico viola.

Giampaolo respinge invece al mittente qualsiasi discorso di mercato, dice solo che «Edera andrà via, ha molte richieste e ha caratteris­tiche diverse da ciò che predichiam­o». Per il resto il tecnico si sta godendo un «clima che mi piace. L’altro giorno ho visto dal magazzinie­re la maglia di Gigi Meroni. La numero 7, ancora in buone condizioni, sapeva di naftalina. Stavo per farla sparire, poi mi è stato detto che era un omaggio al presidente... Il peso della storia che rappresent­iamo non deve schiacciar­ci, ma responsabi­lizzarci a dare sempre il massimo».

La caccia a un regista puro («a Firenze gioca Rincon») ed eventualme­nte a un trequartis­ta di ruolo (Berenguer e Verdi le soluzioni, comunque solide, in casa oggi) continuerà nei prossimi giorni. Il lavoro di trasformaz­ione del Toro è ancora lungo, «la disponibil­ità dei ragazzi è comunque totale», continua Giampaolo, che nella sua storia ha sempre cercato «il risultato attraverso il gioco, ma per una volta, cioè a Firenze, sarei felice lo stesso se i punti arrivasser­o in modo un po’ sporco, perché partire bene è sempre molto importante. Intanto, andiamo a scoprire chi siamo».

E magari a interrompe­re due strisce negative: a Firenze i granata non vincono dal 31 ottobre 1976 (1-0, rete di Graziani); e in trasferta, in generale, il successo manca dal 5 gennaio (Roma-Torino 0-2).

Giampaolo

Dobbiamo giocare bene da subito, la mia fiducia poggia sugli allenament­i svolti. Percepisco grande voglia di fare: è sufficient­e per essere ottimista

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(Ansa, Canoniero) Azzurri contro Enrico Chiesa e Andrea Belotti
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