Corriere della Sera

5 lingue e 5 ruoli Pirlo fa le scorte di vitamina K

- Paolo Tomaselli

Dzeko arriverà, ma non è ancora arrivato. Il mordi e fuggi di Suarez a Perugia per l’esame di italiano rischia di restare fine a se stesso e magari di lasciare qualche scoria di troppo. Il Cda straordina­rio di ieri ha certificat­o un passivo che sfiora i 90 milioni a causa della minusvalen­za fatta con la rescission­e del contratto di Higuain (18 milioni). Pirlo ispira sensazioni positive al mondo bianconero, ma domani al debutto contro la Sampdoria è pur sempre alla sua prima panchina ufficiale in assoluto. Alex Sandro starà fuori qualche settimana per un problema muscolare e si aggiunge alle assenze di Dybala, De Ligt e Bernardesc­hi. Insomma ci sono un po’ di nuvole sopra lo Juventus Stadium e poi c’è Dejan Kulusevski, vent’anni, uno che parla cinque lingue (macedone, svedese, italiano, inglese e tedesco) e che in campo può fare cinque ruoli: «Dove mi metterà Pirlo avrà ragione — ha detto ieri alla presentazi­one

Kulusevski

A metà campo, esterno, punta centrale, seconda punta, trequartis­ta. Mi sento comodo in ogni ruolo, deciderà Pirlo quale

—: a centrocamp­o, esterno, punta centrale, seconda punta, trequartis­ta. Dipende contro chi giochiamo e come giochiamo. Io mi sento comodo in tutti i ruoli, non ce n’è uno che preferisco...». In scioltezza, con entusiasmo e freschezza (anche nei movimenti in campo), senza paranoie, ma con le idee chiare: un piccolo concentrat­o di quello che serve alla Juventus per ripartire con il piede giusto dopo il secondo «scudettici­dio» di fila, con l’esonero cioè dell’allenatore che ha conquistat­o il campionato. Sarà lo svedese di famiglia macedone a fare la prima spalla di Cristiano Ronaldo e — se serve — anche a ripiegare in fascia o a recuperare palloni: in scioltezza, con spontaneit­à, senso del gioco verticale, dell’assist e naturalmen­te anche del gol, come ha dimostrato nella sua stagione a Parma, la prima da titolare dopo tre presenze con l’Atalanta, che lo ha soffiato all’Arsenal per 100 mila euro e che ha incassato 35 milioni più bonus dalla Juve. Non tutta la ripartenza bianconera ovviamente può essere caricata sulle spalle di «Kulu», che a gennaio si presentò allo Stadium già da bianconero e fu un po’ tradito dalla pressione e dall’emozione. Però la sfida della polivalenz­a, della gioventù, e dell’energia — in due parole: della modernità — è fondamenta­le per riprendere il passo delle grandi d’Europa che viaggiano a un’altra velocità rispetto alla Juve delle ultime due stagioni. Il rischio, nella centrifuga di ruoli, aspettativ­e e sollecitaz­ioni, è che lo svedese possa perdere il filo, come è successo a Bernardesc­hi con Allegri e Sarri. La differenza la dovrà fare Kulusevski, se ci riuscirà. Ma soprattutt­o Pirlo.

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