5 lingue e 5 ruoli Pirlo fa le scorte di vitamina K
Dzeko arriverà, ma non è ancora arrivato. Il mordi e fuggi di Suarez a Perugia per l’esame di italiano rischia di restare fine a se stesso e magari di lasciare qualche scoria di troppo. Il Cda straordinario di ieri ha certificato un passivo che sfiora i 90 milioni a causa della minusvalenza fatta con la rescissione del contratto di Higuain (18 milioni). Pirlo ispira sensazioni positive al mondo bianconero, ma domani al debutto contro la Sampdoria è pur sempre alla sua prima panchina ufficiale in assoluto. Alex Sandro starà fuori qualche settimana per un problema muscolare e si aggiunge alle assenze di Dybala, De Ligt e Bernardeschi. Insomma ci sono un po’ di nuvole sopra lo Juventus Stadium e poi c’è Dejan Kulusevski, vent’anni, uno che parla cinque lingue (macedone, svedese, italiano, inglese e tedesco) e che in campo può fare cinque ruoli: «Dove mi metterà Pirlo avrà ragione — ha detto ieri alla presentazione
Kulusevski
A metà campo, esterno, punta centrale, seconda punta, trequartista. Mi sento comodo in ogni ruolo, deciderà Pirlo quale
—: a centrocampo, esterno, punta centrale, seconda punta, trequartista. Dipende contro chi giochiamo e come giochiamo. Io mi sento comodo in tutti i ruoli, non ce n’è uno che preferisco...». In scioltezza, con entusiasmo e freschezza (anche nei movimenti in campo), senza paranoie, ma con le idee chiare: un piccolo concentrato di quello che serve alla Juventus per ripartire con il piede giusto dopo il secondo «scudetticidio» di fila, con l’esonero cioè dell’allenatore che ha conquistato il campionato. Sarà lo svedese di famiglia macedone a fare la prima spalla di Cristiano Ronaldo e — se serve — anche a ripiegare in fascia o a recuperare palloni: in scioltezza, con spontaneità, senso del gioco verticale, dell’assist e naturalmente anche del gol, come ha dimostrato nella sua stagione a Parma, la prima da titolare dopo tre presenze con l’Atalanta, che lo ha soffiato all’Arsenal per 100 mila euro e che ha incassato 35 milioni più bonus dalla Juve. Non tutta la ripartenza bianconera ovviamente può essere caricata sulle spalle di «Kulu», che a gennaio si presentò allo Stadium già da bianconero e fu un po’ tradito dalla pressione e dall’emozione. Però la sfida della polivalenza, della gioventù, e dell’energia — in due parole: della modernità — è fondamentale per riprendere il passo delle grandi d’Europa che viaggiano a un’altra velocità rispetto alla Juve delle ultime due stagioni. Il rischio, nella centrifuga di ruoli, aspettative e sollecitazioni, è che lo svedese possa perdere il filo, come è successo a Bernardeschi con Allegri e Sarri. La differenza la dovrà fare Kulusevski, se ci riuscirà. Ma soprattutto Pirlo.