«X Factor» senza pubblico, ritorno alla dimensione più intima
Sono iniziate le sei puntate dedicate alle selezioni di X Factor 2020, lo show di Sky prodotto da Fremantle: «Tutto è cambiato ma non abbiamo mai smesso di cantare», ha ricordato Alessandro Cattelan. Spenta la musica dei balconi, è rimasta quella in casa. Il maledetto Covid ha trasformato parecchie cose: il nostro umore non è sempre dei più allegri; la nuova stagione inizia non più a Milano ma a Roma, nello storico Teatro 5 di Cinecittà; non c’è il pubblico in sala, elemento che ormai faceva parte dello spettacolo; i giudici, già ben affiatati, ascoltano i giovani artisti in audizioni che diventano delle vere «one-to-one», quasi degli «incontri privati» che hanno al centro la musica nella sua essenza. L’assenza del pubblico favorisce, così, il ritorno alla dimensione più intima, un viaggio per liberare l’emozione più profonda: «Back to music», come recita il claim di questa edizione. Ed è vero, i giudici — Emma, Manuel Agnelli, Mika e Hell Raton — paiono avere una diversa capacità d’ascolto, un più controllato desiderio di protagonismo.
Non per caso, il momento televisivamente più interessante è stata l’audizione di Huma, un sudamericano che in realtà si chiama Giovanni e ha qualche problema alle spalle. L’esibizione è stata, diciamo così, non eccezionale, ma per una volta i contenuti hanno vinto sulla forma. Huma chiedeva scusa alla madre (presente dietro le quinte) di tutti i guai che le ha fatto passare, tra lacrime e clima da caso umano.
In altri tempi, i giudici sarebbero stati severi e implacabili e invece qui si è intenerito loro il cuore. Salvo il voto negativo di Hell Raton (ma era scritto?), gli altri hanno dato una possibilità al ragazzone di tornare, hanno chiamato la madre in studio per un pianto liberatorio, stile Barbara D’Urso, hanno speso qualche parola sul riscatto sociale. La musica è visione, sostiene Agnelli; in questo caso, meglio se tele-visione.