Corriere della Sera

La giudice Usa che trasformav­a i grandi ideali in nuove leggi

L’ultimo desiderio: essere sostituita dopo il voto. Ma il presidente vuole nominare subito un conservato­re

- Di Massimo Gaggi e Giuseppe Sarcina

Le piaceva essere chiamata la «giudice del dissenso». È morta Ruth Bader Ginsburg, aveva 87 anni. Era stato Clinton a nominarla per la Corte suprema nel 1993. È scontro sulla succession­e.

Aveva avuto talmente tanti guai di salute dai quali si era sempre ripresa — quattro operazioni per cancro a colon, pancreas e polmoni nell’arco di 21 anni, un intervento al cuore, la frattura di tre costole — che a molti americani appariva indistrutt­ibile. Invece Ruth Bader Ginsburg — giudice della Corte Suprema divenuta un’icona per la sinistra liberal, una vita spesa per tutelare le donne e difendere i diritti civili — se n’è andata venerdì notte circondata dai suoi familiari. Il suo ultimo desiderio: essere sostituita da un altro giudice scelto non in questo ultimo scorcio della legislatur­a, ma dal nuovo presidente che verrà eletto dai cittadini americani tra 47 giorni.

È quello che hanno chiesto anche il candidato democratic­o Joe Biden e, soprattutt­o, l’ex presidente Barack Obama che nel 2016, quando il giudice Scalia morì 9 mesi prima delle elezioni, si vide negare dall’allora leader del Senato, Mitch McConnell, addirittur­a il diritto di designare un candidato e sottoporlo alla ratifica del Congresso: quel seggio della Corte Suprema rimase vacante per un anno. «Quattro anni e mezzo fa» ha detto Obama, «i repubblica­ni hanno inventato un nuovo principio: il Senato non colma un vuoto nella Corte prima del giuramento del nuovo presidente. Lo stesso principio va applicato oggi, non si può cambiare secondo la convenienz­a del momento».

Ma Donald Trump, che pure ha elogiato Ginsburg («un grande giudice e una donna straordina­ria»), non intende esaudire il suo ultimo desiderio: nominerà al più presto un nuovo giudice e il leader del Senato — che è sempre McConnell — stavolta si è detto pronto a mettere in votazione la sua ratifica. I democratic­i possono condannare questo voltafacci­a, ma non hanno strumenti giuridici per bloccare la nomina: come ha detto lo stesso Obama, il veto del 2016 era un’invenzione della destra, non un processo basato su una legge.

La scomparsa della Ginsburg dà a Trump la possibilit­à di essere un presidente che in un solo mandato nomina ben tre giudici, un terzo della Corte, spostando radicalmen­te a destra i suoi equilibri. Le conseguenz­e sociali saranno enormi: i giudici sono eletti a vita e decidono su questioni essenziali per la società, dall’aborto ai matrimoni gay. Ma altrettant­o enorme sarà l’impatto sul voto: da oggi Trump, in difficoltà sull’economia e sulla pandemia, non certo gestita al meglio, può spostare i riflettori sui valori sociali ed etici cari ai conservato­ri. E la Corte, ora a maggioranz­a nettamente conservatr­ice, potrebbe essere decisiva per l’esito della corsa alla Casa Bianca (come lo fu nel 2000 tra Bush e Al Gore) in caso di risultati delle urne contestati nei tribunali.

Chi sostituirà la Ginsburg? Trump aveva già compilato una rosa di 20 candidati: magistrati e anche tre senatori. La favorita è Amy Coney Barrett, giudice di Corte d’Appello di Chicago, molto apprezzata dal presidente, come anche due giudici delle corti di Filadelfia e Atlanta.

Che fossi d’accordo con lei oppure no, era una donna fantastica che ha vissuto una vita fantastica Donald Trump

Ha combattuto fino alla fine, con una fede decisa nella nostra democrazia e nei suoi ideali Barack Obama

Stasera e nei prossimi giorni dobbiamo pensare alla perdita, e alla sua duratura eredità Joe Biden

Piangiamo e preghiamo per lei e per la sua famiglia, le rendiamo omaggio, e ci impegniamo a combattere per la sua eredità Kamala Harris

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Ruth Bader Ginsburg, aveva 87 anni
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