Stadi riaperti a mille spettatori Spadafora: «Attenti però, questo non è un liberi tutti»
Pressato dalle Regioni, il governo dà il via libera all’accesso Si comincia già oggi in serie A, la polemica della Lega calcio
Stadi aperti a mille spettatori. Il governo ha dato il via libera dopo le ordinanze di alcuni governatori e un vertice-lampo convocato per evitare il caos. Si comincia già oggi in Serie A. Il ministro Spadafora: «Presto regole per gli altri sport».
Con il mondo del calcio in rivolta e le Regioni all’attacco a colpi di ordinanza per agevolare un afflusso parziale dei tifosi allo stadio, il governo apre gli impianti fino a un massimo di mille persone su tutto il territorio. Mentre si concludeva Fiorentina-Torino, antipasto della prima giornata della stagione, dopo polemiche e fughe in avanti dei governatori, da un vertice convocato d’urgenza dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, con il titolare dello Sport Vincenzo Spadafora, quello della Salute Roberto Speranza e il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, nasceva la decisione attesa dalle istituzioni calcistiche.
L’annuncio di venerdì del ministro dello Sport di consentire l’ingresso di mille persone agli Internazionali di tennis è stata la mossa che ha scatenato una serie di reazioni. Prima i telefoni della Lega calcio di serie A in via Rosellini a Milano sono diventati roventi. Poi, il presidente dell’Emilia Romagna ha aperto gli impianti della regione, seguito ieri mattina da Luca Zaia del Veneto e poi da Attilio Fontana della Lombardia. Alberto Cirio del Piemonte e Nello Musumeci della Sicilia pronti a imitarli, in caso di mancato provvedimento governativo.
La Lega, con i club furiosi anche a causa dei mancati introiti da botteghino, ha adottato una strategia d’attacco. Cosi dopo le dichiarazioni caustiche di Luigi De Siervo, ad della Lega, che ha chiesto chiarezza all’esecutivo dopo aver definito la situazione «surreale», il presidente della Confindustria del pallone, Paolo Dal Pino, gli ha fatto eco dai microfoni di radio Deejay: «Non mi piace dirlo, ma lo devo fare a voce alta. Il calcio merita rispetto, bisogna pianificare le cose dialogando». Tutto questo, sottolinea, dopo aver cercato a inizio settimana Spadafora per affrontare l’argomento relativo alla riapertura degli stadi senza ottenere risposta. «Il calcio rappresenta una delle più grandi industrie italiane, con un grande gettito tributario e previdenziale, dà lavoro a 300 mila persone fra diretto e indiretto, e rappresenta un fenomeno sociale importante. Ribadisco: c’è bisogno di rispetto, c’è un movimento che ha poco ascolto». Subito la replica di Spadafora: «Sono stupito, lo riceverò volentieri».
Meglio convocare d’urgenza il vertice con i governatori, pensa il ministro Boccia. Ora si lavora su quanto accadrà dopo la verifica del 7 ottobre: l’obiettivo della Lega è consentire la presenza del 25-30% della capienza complessiva. Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, però sottolinea: «Mi lascia perplesso che il via libera sia arrivato solo per la Serie A e non per gli altri campionati professionistici. I protocolli di sicurezza sono i medesimi in ogni serie, quindi ci deve essere lo stesso trattamento. Sono convinto
Paolo Dal Pino
Abbiamo fatto uno studio di 300 pagine per riaprire in sicurezza, nessuno ci ha ascoltato
Franco Locatelli
Atteggiamento di prudenza e approccio omogeneo su tutto il territorio nazionale
che verrà preso il medesimo provvedimento prima dell’avvio ufficiale dell’attività della B e della Lega Pro del prossimo fine settimana».
Si ritorna allo stadio con mascherine e distanziati: i club su invito daranno la precedenza a sponsor e partner commerciali. Per esempio la Juventus con 1.000 invitati. Con una raccomandazione segnalata da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità: «È auspicabile un atteggiamento prudenziale e una omogeneità di approccio su tutto il territorio nazionale». La partita non finisce certo qui.