Corriere della Sera

Dissenso, grinta, flessioni e un marito amatissimo Ruth, l’icona femminista «superdiva» tra i più giovani

- di Giuseppe Sarcina

A Ruth Bader Ginsburg WASHINGTON piaceva essere chiamata «la giudice del dissenso». Ma in realtà, per almeno trent’anni, è stata una delle più formidabil­i costruttri­ci dell’America moderna. Aveva la capacità, di questi tempi piuttosto rara, di trasformar­e i grandi ideali in cose visibili. Leggi e sentenze nel suo caso. Pari opportunit­à tra donne e uomini, dignità e tutela per ogni tipo di lavoro, garanzie per i diritti universali, compreso il matrimonio tra omosessual­i. Nel 1993 Bill Clinton la nominò giudice della Corte Suprema, il massimo organismo giuridico degli Stati Uniti. Prima di lei ci era arrivata solo un’altra donna, Sandra Day O’ Connor, scelta da Ronald Reagan.

Attivista e pragmatica, secchiona e grintosa, amante dei guantini di pizzo e delle felpe da ginnastica. È morta ieri a 87 anni, nella sua casa di Washington, sconfitta dal tumore al pancreas, l’ultimo di una serie cospicua. Se n’è andata raccomanda­ndo a una delle nipoti: «Il mio più fervente desiderio è di non venire sostituita fino a quando non si sarà insediato il nuovo presidente». Ma Trump si sta già muovendo per consolidar­e la maggioranz­a conservatr­ice tra i nove togati.

Ieri il presidente ha avuto parole di ammirazion­e nei suoi confronti, dimentican­do quella volta che Ruth gli aveva dato pubblicame­nte dell’«impostore». Poi la magistrata riconobbe di aver esagerato e se ne scusò. Così come attenuò il primo giudizio («ma che stupidata») sulla protesta di Colin Kaepernick, il giocatore di football che si era inginocchi­ato durante l’esecuzione dell’inno nazionale.

Non era solo un genio giuridico. Era anche, e forse soprattutt­o, uno spirito libero. Ecco perché negli ultimi anni entusiasma­va i giovani. La sua immagine è tra i tatuaggi più popolari e compare su magliette, tazze, sacche da spiaggia. Una star sorprenden­te, che teneva banco anche sui social. «Non posso uscire di casa, che c’è qualcuno che vuole farsi una foto con me», aveva raccontato a Yahoo!.

Nata a Brooklyn da una famiglia di ebrei russi, studia alla Cornell University, dove, diciassett­enne, incontra Martin Ginsburg, l’uomo che sposerà tre anni dopo e con cui avrà due figli. Nel 1956 si iscrive alla Harvard Law School, insieme con il marito, il suo sostenitor­e più acceso. «A un certo punto ero pronta per il lavoro — raccontò in un’ intervista alla Cbs — E quante offerte ricevetti? Zero. Avevo tre cose contro di me. Primo: ero un’ebrea. Secondo: ero una donna. Ma la cosa peggiore era la terza: avevo un figlio di quattro anni».

Nel 1972 fonda una delle associazio­ni chiave di quegli anni, «Women’s Rights Project», con l’American Civil Liberties Union. Comincia il suo lavoro in profondità, il suo tratto intellettu­ale distintivo. Un solo esempio, ma di capitale importanza. Ruth Bader Ginsburg criticava la sentenza chiave in materia di aborto, la

Roe v. Wade del 1973. Il diritto all’autodeterm­inazione non doveva discendere dal concetto di libertà personale o di privacy, bensì dalla protezione fisica e morale garantita ai cittadini dalla Costituzio­ne.

Il suo principale avversario­interlocut­ore era Antonin Scalia, la quinta essenza della dottrina conservatr­ice. I due hanno animato fiere discussion­i e coltivato un’intensa amicizia, oltre che la passione comune per l’opera. Nel 2015 la rivista Time inserì Ginsburg tra i 100 personaggi più influenti e chiese proprio a Scalia di scriverne il profilo. Un’impresa. Difficile afferrare fino in fondo una personalit­à come quella di Ruth. Nelle sentenze adottava un linguaggio ricercato, non convenzion­ale. Due volte alla settimana si presentava in una palestra di Washington: venti flessioni, qualche esercizio alla panca, indossando una felpa con la scritta: «Super diva».

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Ruth Bader Ginsburg era nata a Brooklyn il 15 marzo 1933, da genitori di origine ebrea. Nominata da Jimmy Carter nel 1980 alla Corte d’Appello di Washington, nel 1993, scelta da Bill Clinton, diventò la seconda giudice donna della Corte Suprema, restando in carica 27 anni
Chi era Ruth Bader Ginsburg era nata a Brooklyn il 15 marzo 1933, da genitori di origine ebrea. Nominata da Jimmy Carter nel 1980 alla Corte d’Appello di Washington, nel 1993, scelta da Bill Clinton, diventò la seconda giudice donna della Corte Suprema, restando in carica 27 anni
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 ??  ?? Centinaia di persone (in alto) si sono radunate venerdì sulle scale della Corte Suprema per ricordare la giudice. Da quando si era sottoposta per la prima volta a chemiotera­pia nel 1999 indossava guanti di pizzo (in mezzo) per proteggers­i, diventati un suo simbolo. Quando studiava a Harvard, nel 1956, era una delle sole 9 donne in una classe di 500 uomini (in basso)
Centinaia di persone (in alto) si sono radunate venerdì sulle scale della Corte Suprema per ricordare la giudice. Da quando si era sottoposta per la prima volta a chemiotera­pia nel 1999 indossava guanti di pizzo (in mezzo) per proteggers­i, diventati un suo simbolo. Quando studiava a Harvard, nel 1956, era una delle sole 9 donne in una classe di 500 uomini (in basso)

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