Corriere della Sera

UN GRAZIE AGLI INSEGNANTI CHE FANNO RINASCERE LA SCUOLA

- Aldo Cazzullo

Caro Aldo, in questi giorni si parla molto di scuola. La sicurezza, in aula, è legittima. Ma fuori mamme e papà diventano meno esigenti e attenti. Non si preoccupan­o di mascherine, gel sanificant­e, distanziam­ento. Ho parlato di aspetti che andrebbero gestiti in collaboraz­ione con gli insegnanti. Ma che ricadono, invece, in toto su queste figure profession­ali. Tutto ciò rispecchia un sistema di formazione incentrato su un obbligodov­ere dello Stato: dare un titolo di studio a tutti. Così facendo, non si valorizzan­o né il merito, né le capacità, né le singole competenze acquisite. E i frutti di questa scelta si vedono ogni giorno, in ogni campo. Le menti migliori soccombono o lasciano il Paese. Altro che i banchi singoli o con le rotelle. Qual è la sua opinione? Andrea Rigoni, Padova Caro Andrea,

C’è qualcosa di grandioso, in questo immane sforzo di riportare i ragazzi in classe, di far ripartire la scuola. Poi possiamo essere d’accordo su tutto: le inadeguate­zze del governo e della burocrazia, i protagonis­mi dei «governator­i», le improvvisa­zioni, la confusione. Eppure l’idea che i nostri figli e i nostri nipoti, costretti a restare a casa da febbraio, tra mille difficoltà abbiano ripreso a frequentar­e le lezioni mette di buon umore, ispira fiducia, fa pensare al domani. La retorica va evitata con cura. Ma pensiamo a quanto sia importante il ruolo degli insegnanti, a quante cose possono comunicare ai nostri giovani, a quali saperi possono appassiona­rli. Non siamo un Paese qualsiasi, accidenti. Siamo forse il Paese che più ha dato al mondo in termini di cultura, di arte, di letteratur­a, di bellezza. E non siamo soltanto umanisti, abbiamo avuto Galileo e Marconi, Volta e Fermi (anche se poi abbiamo costretto Galileo all’abiura e Fermi all’esilio). La responsabi­lità che ha un insegnante italiano è molto grande. A me pare che gli insegnanti — con le eccezioni che confermano la regola — siano stati e siano all’altezza della situazione. Molti si sono inventati di tutto, durante il lockdown, pur di continuare a fare lezioni in Rete. In questi giorni molti si sono sottoposti a esami sanitari di cui in teoria, stando grazie al cielo bene, non avevano alcuna necessità; hanno messo la loro mascherina; si sono sottoposti a trasferime­nti e a disagi pur di riprendere il lavoro e il contatto diretto con i loro allievi. Sappiamo bene che gli insegnanti italiani sono pagati molto meno dei colleghi francesi e tedeschi. Almeno ogni tanto, ricordiamo­ci di dire loro «grazie». In particolar­e alle donne.

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