Addio Franco Verona, le penne Aurora da Torino al Moma
Per alcuni sono le penne della prima Comunione o della laurea. Per altri quelle con cui è stato firmato un contratto importante. Di certo, nella memoria degli italiani, e non solo, le stilografiche Aurora sono molto di più che un «semplice» oggetto per scrivere.
Icona del made in Italy con 101 anni di storia alle spalle, l’impresa torinese ha dato ieri l’addio al suo patron, Franco Verona, 90 anni, entrato in azienda nel 1958 da dipendente, per poi diventarne manager e infine proprietario. Non la chiamava mai azienda, bensì «manifattura» Aurora, come a voler sottolineare l’aspetto artigiano della produzione. Al timone di Aurora c’era già Cesare junior, figlio di Franco, quarta generazione della famiglia: se a fondare Aurora è stato Isaia Levi, mercante tessile, negli anni Sessanta la proprietà è infatti passata ai Verona.
Negli ultimi anni l’azienda ha puntato nelle sue strategie sullo sviluppo internazionale: oggi è presente in una cinquantina di Paesi e circa il 70% dei ricavi arrivano dall’estero, su un fatturato totale quasi duplicato nell’ultimo quinquennio, arrivando intorno ai 10 milioni di euro, con una forza lavoro di circa una sessantina di dipendenti.
È stato aperto anche il primo store monomarca, in via del Babuino, a Roma. Ancora oggi Aurora è tra le poche aziende al mondo a produrre il «cuore» della stilografica, il pennino, e crea per i collezionisti di tutto il mondo edizioni in serie limitata e numerata. Nel
corso dei decenni Aurora ha collaborato con importanti designer industriali per le sue creazioni: due dei suoi prodotti, la cilindrica Hastil e la penna a sfera Thesi, sono esposti al Moma di New York. A Torino, accanto alla fabbrica delle penne e agli uffici direzionali, è nato qualche anno fa il Museo «Officina della Scrittura», mentre in occasione del centenario, che si è tenuto nel 2019, il Ministero dello Sviluppo economico ha voluto dedicare un francobollo celebrativo della serie «Eccellenze Economiche e Produttive» a questa realtà piemontese. Che oggi, salutando il suo patron, guarda al futuro. «Immaginare il futuro di un’azienda centenaria per proiettarla verso i 200 anni è sicuramente un traguardo ambizioso, ma è anche un modo bello di immaginare che gli uomini possano lasciare una traccia, un segno e che le nuove generazioni abbiano la possibilità di interpretare il nostro sogno e di proseguirlo nel tempo», dice il presidente Cesare Verona.
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I Paesi in cui è presente il marchio delle penne Aurora, con il 70% dei ricavi provenienti dalle vendite all’estero