«Simbiosi corpo-pensiero»
L’orgoglio di riunire pubblico e artisti in Auditorium malgrado le restrizioni
«In un anno come questo confermare lo Stradivari Festival testimonia la veridicità di quanto ci disse Ezio Bosso quando veniva a Cremona: “La musica è come la vita, si può fare in un solo modo: insieme”. Anche rispettando le norme anti-Covid, l’Auditorium Giovanni Arvedi porta gli spettatori sul palco e gli artisti vicino al pubblico, una simbiosi perfetta tra corpo e pensiero».
Virginia Villa, direttore generale della fondazione Museo del Violino di Cremona, annuncia con orgoglio il ritorno nel «santuario» mondiale della liuteria di una rassegna tutta dedicata al culto degli strumenti ad arco e volta alla celebrazione degli esiti più mirabili di una tradizione che ha consegnato la cittadina lombarda alla storia musicale. «Sì, se devo evidenziare una caratteristica dell’edizione 2020 è la presenza di interpreti che imbracciano strumenti non solo splendidi, antichi e preziosi, ma storici nel senso che hanno una loro storia tutta da raccontare e riscoprire» — illustra il direttore artistico Roberto Codazzi —. «Penso allo Stradivari “Maréchal Berthier” del 1716 imbracciato da Anna Tifu, che fu posseduto anche da Napoleone, oppure al Ferdinando Gagliano del 1762 che suonerà Gabriele Pieranunzi: venne regalato dal marito a Gioconda De Vito, virtuosa nata a Martina Franca nel 1907 cui Pizzetti dedicò il suo Concerto e che suonò accompagnata al piano da Furtwangler davanti a papa Pio XII. E non dimentichiamo, nell’appunto di dicembre, lo Stradivari del 1704 suonato da Isabelle Faust e denominato “Bella addormentata” perché per un secolo e mezzo giacque dimenticato tra le mura domestiche di una famiglia nobile tedesca
Codazzi rimarca come «si sia riusciti a realizzare un cartellone prestigioso dopo tutto quello che è successo e nonostante le restrizioni attuali; in questo è stata decisiva la volontà della fondazione Arvedi
Boschini di confermare in toto il proprio sostegno». L’inaugurazione, con Dmitry Sinkovsky nel doppio ruolo di solista e direttore dell’ensemble «Il Pomo d’Oro», omaggia Tartini a 250 anni dalla morte: il suo concerto «Lunardo Venier» si incastona tra quelli di Vivaldi «Il favorito» e «Grosso Mogul» e quello in re maggiore di Leclair, altro virtuoso dalla storia intrigante: fu trovato morto in casa, assassinato, con ancora in mano il suo Stradivari che ne prese il nome e che oggi appartiene a Guido Rimonda.
Da Londra arrivano i Solisti del Covent Garden, guidati dal loro primo violino Vasko Vassilev che esalterà il timbro del suo Girolamo II Amati del 1708 tra Vivaldi, la Ciaccona di Vitali e la «Fantasia dalla Carmen» di Pablo de Sarasate. Viktoria Mullova si presenta con lo Stradivari del 1723 «Julius Falk» e suo figlio Misha, divenuto contrabbassista: per loro duetti composti o arrangiati dallo stesso Misha attingendo dal repertorio popolare sudamericano. Beatrice Rana accompagnerà Giovanni Sollima nelle sonate di Beethoven (la quarta) e dello stesso compositore-violoncellista palermitano, mentre Pieranunzi sarà accompagnato dagli Archi del San Carlo nelle Streghe e nella Campanella di Paganini.
Dopo la chiusura a tutto Piazzolla con Anna Tifu, due appuntamenti extra festival: a novembre il recital di Sergej Krylov, ormai cremonese d’adozione, e il 18 dicembre, giorno della morte di Stradivari, la Faust accompagnata da Alexander Melnikov in quattro Sonate di Beethoven.