«Grande Fratello Vip», la quinta edizione mostra segni di logorìo
Non c’è stato neanche il tempo di riprendere fiato dall’ultima edizione Vip, conclusa in pieno lockdown, che il Grande Fratello torna ancora sugli schermi: una quinta edizione, condotta per la seconda volta da Alfonso Signorini, che per ora parte col freno a mano tirato. Almeno in termini di ascolti: il doppio appuntamento settimanale (lunedì e venerdì) non ha segnato una partenza entusiasmante. Sono 2.655.000 gli spettatori medi per le due puntate, meglio il kick-off (2.833.000 spettatori medi) del secondo appuntamento alla fine della settimana (2.440.000). La share è relativamente buona (17% di media per le due puntate) complice anche la durata monstre del programma (210 minuti medi, ben più di tre ore, con chiusura a notte inoltrata), ma il trend fra le due puntate segna una perdita di oltre 4 punti percentuali (dal 19% al 15%). Certamente le due serate non sono facili per Canale 5: lunedì il GF di Signorini è superato dall’ennesima, sempreverde replica del Commissario Montalbano (3.700.000 spettatori medi, 19,1% di share), mentre venerdì vince Carlo Conti con Tale e quale show (18,9% di share). Quali i problemi di questa ripartenza? I dati ci danno alcuni indizi interessanti: la nuova edizione convince meno il pubblico femminile (20% di share contro il 22,5% dello scorso anno), che è da sempre il core target, e riesce meno ad essere trasversale su bambini e adulto-anziani (pur migliorando un po’ sui giovani 1524enni). In casi come questo, la domanda è ricorrente: il problema sta più nella formula (vent’anni si sentono) oppure nella realizzazione, nella conduzione, negli opinionisti in studio? Difficile rispondere ora. Di certo trasformare Canale 5 in una rete «a tutto reality» (in onda c’è anche Temptation Island) mostra pigrizia editoriale e rischia una lente ma costante usura. (A. G.) In collaborazione con Massimo Scaglioni,
elaborazione Geca su dati Auditel