Addio allo storico Cohen il biografo di Bucharin comprensivo verso Putin
Il grande merito dello storico americano Stephen Cohen, esperto di storia sovietica scomparso all’età di 81 anni per un tumore, era stato riabilitare a sinistra la figura del comunista russo Nikolaj Bucharin, fucilato nel 1938 per volere di Stalin. Quando uscì in Italia nel 1975 il libro di Cohen Bucharin e la rivoluzione bolscevica (Feltrinelli), parve che l’eurocomunismo potesse trovare in quella vittima delle purghe un suo padre nobile, anche se su di lui in Urss gravava ancora il marchio d’infamia del traditore. Nelle posizioni di Bucharin, contrario alla lotta spietata contro il mondo contadino avviata in Urss con la collettivizzazione delle terre nel 1929, Cohen indicava la possibilità di una via alternativa a quella seguita da Stalin per la costruzione del socialismo. E quando poi Michail Gorbaciov riabilitò Bucharin, le idee di Cohen trovarono accoglienza e il suo libro fu tradotto in Urss. Entusiasta della perestrojka, Cohen ne attribuì il fallimento all’Occidente, che a suo avviso aveva voluto stravincere su Mosca. Nato a Indianapolis il 25 novembre 1938, docente emerito all’Università di Princeton, Cohen era stato coinvolto di recente in polemiche aspre per via della sua posizione critica verso la Nato e comprensiva verso la Russia di Putin in merito alla crisi dell’Ucraina.