Nel liceo delle minigonne censurate «Noi ferite dalla prof, ora chiarisca»
Roma, le chat di genitori e docenti del Socrate: mancano i banchi, non enfatizziamo la polemica
Ci sarà un faccia a faccia, forse già il primo giorno di riapertura della scuola dopo le elezioni, mercoledì, tra le studentesse del liceo «Socrate» di Roma e la professoressa di educazione fisica che giovedì si era rivolta loro con la frase «attenzione a indossare le gonne, che altrimenti ai prof gli cade l’occhio».
Lei Silvia Acerbi, che è anche vicepreside, non nega nulla, del resto quella frase l’ha detta e l’hanno sentita tutti, ma a chi le sta vicino cerca di spiegare che non voleva risultare né denigratoria né sessista: solo consigliare — viste le condizioni delle classi, con gli alunni seduti sulle sedie senza «protezione» dei banchi, che non sono ancora arrivati — più attenzione nel vestirsi. Ormai, comunque, la polemica è innescata, anche il ministero si è mosso chiedendo una relazione ufficiale e così i professori, gli alunni e i genitori si sono divisi su due fronti opposti.
«La professoressa protagonista di questo fatto non ha mai avuto comportamenti sessisti nei confronti degli studenti, è stato un caso isolato, — si espone una studentessa che, il giorno dopo, ha raccolto la provocazione di presentarsi tutte a scuola con la gonna —: però lei ha comunque usato parole sbagliate che hanno ferito le ragazze, che molto spesso nella nostra società sono vittime di commenti e molestie anche molto più gravi, questo è un punto da cui partire per riflettere». «Non ci aspettavamo tutto questo clamore — continua la ragazza — ma il fatto è che siamo al limite della sopportazione, stufe di ciò che dobbiamo subire molte volte anche semplicemente uscendo di casa: per questo come collettiviste continueremo a portare avanti le nostre proteste, che questa sia l’occasione per accendere un’attenzione così alta ogni volta che succedono fatti simili».
Le studentesse del «Socrate» incontreranno anche il preside Carlo Firmani, che adesso si trova a dover gestire una scuola divisa e già alle prese con diversi problemi. Anche ieri i ragazzi del collettivo si sono ritrovati per discutere di tutto ciò che manca, ed è tantissimo, in questo avvio di anno scolastico: «L’assenza di banchi monoposto e le poche sedie con ribaltina distribuite nelle classi rendono difficile un sereno svolgimento delle lezioni — denunciano —, poi le problematiche strutturali già presenti nell’edificio portano le classi a sbalzi di temperatura elevate, in certe aule sono stati rilevati picchi fino a 37 gradi e questi sono solo alcuni dei problemi che stiamo vivendo in questi giorni». Ecco, su questo si dividono professori e genitori. Con tutti i problemi che abbiamo, scrivono comunicando via chat, perché enfatizzare questo genere di polemiche? Sui social, poi, rilanciano l’hashtag «giù le mani dal Socrate».
«La vicepreside è venuta nella mia classe — ricostruisce un’altra alunna su Instagram — e ha semplicemente consigliato di evitare di indossare gonne molto corte perché, in assenza di banchi, è impossibile mantenere una posizione composta per 5 ore: sarebbe opportuno concentrarsi sui veri disagi dell’emergenza».
Interviene anche un’ex studentessa che conosce la vicepreside: «Conosco la professoressa dai miei primissimi giorni al Socrate — scrive — e chiunque lavori attivamente sa benissimo che non potrebbe mai, mai dare un’indicazione di natura sessista alle ragazze, che hanno frainteso le sue parole, che lei magari ha reso fraintendibili, per carità. E non hanno avuto modo di parlarle per chiarire, cosa che era in programma, perché al Socrate il dialogo è alla base di tutto».
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