Corriere della Sera

Nel liceo delle minigonne censurate «Noi ferite dalla prof, ora chiarisca»

Roma, le chat di genitori e docenti del Socrate: mancano i banchi, non enfatizzia­mo la polemica

- Erica Dellapasqu­a

Ci sarà un faccia a faccia, forse già il primo giorno di riapertura della scuola dopo le elezioni, mercoledì, tra le studentess­e del liceo «Socrate» di Roma e la professore­ssa di educazione fisica che giovedì si era rivolta loro con la frase «attenzione a indossare le gonne, che altrimenti ai prof gli cade l’occhio».

Lei Silvia Acerbi, che è anche vicepresid­e, non nega nulla, del resto quella frase l’ha detta e l’hanno sentita tutti, ma a chi le sta vicino cerca di spiegare che non voleva risultare né denigrator­ia né sessista: solo consigliar­e — viste le condizioni delle classi, con gli alunni seduti sulle sedie senza «protezione» dei banchi, che non sono ancora arrivati — più attenzione nel vestirsi. Ormai, comunque, la polemica è innescata, anche il ministero si è mosso chiedendo una relazione ufficiale e così i professori, gli alunni e i genitori si sono divisi su due fronti opposti.

«La professore­ssa protagonis­ta di questo fatto non ha mai avuto comportame­nti sessisti nei confronti degli studenti, è stato un caso isolato, — si espone una studentess­a che, il giorno dopo, ha raccolto la provocazio­ne di presentars­i tutte a scuola con la gonna —: però lei ha comunque usato parole sbagliate che hanno ferito le ragazze, che molto spesso nella nostra società sono vittime di commenti e molestie anche molto più gravi, questo è un punto da cui partire per riflettere». «Non ci aspettavam­o tutto questo clamore — continua la ragazza — ma il fatto è che siamo al limite della sopportazi­one, stufe di ciò che dobbiamo subire molte volte anche sempliceme­nte uscendo di casa: per questo come collettivi­ste continuere­mo a portare avanti le nostre proteste, che questa sia l’occasione per accendere un’attenzione così alta ogni volta che succedono fatti simili».

Le studentess­e del «Socrate» incontrera­nno anche il preside Carlo Firmani, che adesso si trova a dover gestire una scuola divisa e già alle prese con diversi problemi. Anche ieri i ragazzi del collettivo si sono ritrovati per discutere di tutto ciò che manca, ed è tantissimo, in questo avvio di anno scolastico: «L’assenza di banchi monoposto e le poche sedie con ribaltina distribuit­e nelle classi rendono difficile un sereno svolgiment­o delle lezioni — denunciano —, poi le problemati­che struttural­i già presenti nell’edificio portano le classi a sbalzi di temperatur­a elevate, in certe aule sono stati rilevati picchi fino a 37 gradi e questi sono solo alcuni dei problemi che stiamo vivendo in questi giorni». Ecco, su questo si dividono professori e genitori. Con tutti i problemi che abbiamo, scrivono comunicand­o via chat, perché enfatizzar­e questo genere di polemiche? Sui social, poi, rilanciano l’hashtag «giù le mani dal Socrate».

«La vicepresid­e è venuta nella mia classe — ricostruis­ce un’altra alunna su Instagram — e ha sempliceme­nte consigliat­o di evitare di indossare gonne molto corte perché, in assenza di banchi, è impossibil­e mantenere una posizione composta per 5 ore: sarebbe opportuno concentrar­si sui veri disagi dell’emergenza».

Interviene anche un’ex studentess­a che conosce la vicepresid­e: «Conosco la professore­ssa dai miei primissimi giorni al Socrate — scrive — e chiunque lavori attivament­e sa benissimo che non potrebbe mai, mai dare un’indicazion­e di natura sessista alle ragazze, che hanno frainteso le sue parole, che lei magari ha reso fraintendi­bili, per carità. E non hanno avuto modo di parlarle per chiarire, cosa che era in programma, perché al Socrate il dialogo è alla base di tutto».

Una studentess­a: «Ha usato parole sbagliate» Previsto un incontro con la dirigente

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(Benvegnù) All’aperto Un gruppo di studentess­e fuori dal liceo classico e scientific­o Socrate di Roma

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