Becciu e gli altri affari a Londra Indagato il finanziere Mincione
Il Financial Times: 100 milioni in case di lusso. Verifiche anche sugli anni di Bertone
Non c’era solo il Palazzo al 60 di Sloane Avenue, a Chelsea, l’investimento londinese impostato nel 2012 che tiene ancora impegnata la Santa Sede, secondo i calcoli dei magistrati vaticani, per circa 350 milioni di euro. La Segreteria di Stato vaticana investì altri cento milioni di sterline — 97,5, per la precisione — nell’acquisto e la ristrutturazione di altri immobili in altre vie prestigiose della capitale inglese, «un portafoglio di appartamenti di altissimo livello a Cadogan Square e dintorni, a Knightsbridge, uno degli indirizzi residenziali più costosi di Londra». Lo scrive il Financial Times, che parla di un’operazione «supervisonata» da Angelo Becciu, allora Sostituto della Segreteria di Stato, al quale giovedì scorso il Papa ha imposto le dimissioni da capo dicastero e la rinuncia ai «diritti e le prerogative» del cardinalato.
Il quotidiano della City dice di essere entrato in possesso di nuovi documenti che peraltro, precisa, «non suggeriscono alcun illecito» anche se «gettano ulteriore luce sulle attività finanziarie della Segreteria di Stato». Un altro dettaglio che spiega come mai, da giorni, si infittiscano voci di un allargamento dell’indagine condotta dal «promotore di giustizia» vaticano Gian Piero Milano e dell’aggiunto Alessandro Diddi, un’inchiesta che finora vede ufficialmente sei indagati. Il tutto mentre Raffale Mincione, il finanziere che ha orchestrato per il Vaticano l’operazione londinese, è indagato per riciclaggio anche dalla procura di Roma in un fascicolo separato.
Non è detto che in Vaticano gli eventuali rinvii a giudizio siano imminenti, si seguono flussi di denaro che arrivano fino a Santo Domingo e potrebbero coinvolgere nuove persone: in tutto gli indagati sarebbero già una decina. I magistrati stanno passando al setaccio l’uso dei fondi della Segreteria di Stato, stimati intorno ai 700 milioni. Ci sono segnalazioni di operazioni sospette trasmesse dall’autorità antiriciclaggio che riguardano conti esteri aperti in Lussemburgo e Liechtenstein «movimentati» da finanzieri divenuti consulenti di Becciu. Le verifiche risalgono negli anni a quando era Segretario di Stato il cardinale Tarcisio Bertone (fino al 2013) con Becciu come Sostituto (dal 2011). Del resto, in passato erano girate voci di un legame tra Bertone e Raffale Mincione. Il finanziere ora è indagato anche dalla procura di Roma. Titolare delle indagini è la pm della Dda capitolina Maria Teresa Gerace, la stessa che ha preso in carico anche il fascicolo trasmesso per competenza dalla Santa Sede. Dall’esame del cellulare di Mincione, la Guardia di finanza ha ricavato spunti utili ad entrambi i filoni, svelando il coinvolgimento del finanziere in altri affari sospetti. A Londra Mincione avrebbe acquisito le competenze per mettersi in proprio come consulente e con sue società, così da entrare negli affari immobiliari di Becciu grazie all’accordo con il chiacchierato broker (e coindagato nel fascicolo Vaticano), Gianluigi Torzi. L’acquisto del palazzo a Kensington frutterà loro 16 e 10 milioni di euro.
La Segreteria e i fondi
Gli investigatori seguono flussi di denaro che arrivano fino a Santo Domingo