Corriere della Sera

Profilassi Donald: mix di anticorpi e il farmaco usato per i medio-gravi

Età e peso elevato i fattori di rischio

- di Cristina Marrone

Età (74 anni), peso eccessivo e sesso maschile (gli uomini producono una risposta immunitari­a a Sars-CoV-2 più debole) fanno di Donald Trump un paziente a rischio perché potrebbe sviluppare complicanz­e più serie a causa dell’infezione al nuovo coronaviru­s. Negli Stati Uniti 8 decessi su 10 hanno coinvolto over 65enni e a 75 anni un paziente su 25 non supera la malattia. Gli obesi che contraggon­o Covid-19 (Trump pesa 111 chili ed è alto un metro e 90 ed è moderatame­nte obeso) hanno il 74% in più di probabilit­à di finire in terapia intensiva rispetto ai soggetti normopeso. Dalla sua parte il presidente ha che sarà curato nel miglior modo possibile.

Anticorpi e farmaci

Trump è ricoverato con febbre (poi calata), tosse e congetutto stione nasale al Walter Reed National Medical Center di Washington da venerdì. Gli è stato prima somministr­ato in un’unica dose da 8 grammi un farmaco in via di sperimenta­zione basato su un cocktail di due anticorpi monoclonal­i, il Regn-CoV prodotto dalla Regeneron, in grado di ridurre i livelli di carica virale e i sintomi. È stato utilizzato «per uso compassion­evole»: su richiesta dei medici di Trump è stato concesso l’accesso al trattament­o ancora allo studio al di fuori della sperimenta­zione clinica. Come terapia di supporto Trump ha assunto anche zinco, vitamina D, famotidine (farmaco generico per il bruciore di stomaco), melatonina e un’aspirina al giorno come riferito dal suo medico personale Sean P. Conley.

La medicina per i gravi

Poi è stato deciso di procedere con la somministr­azione dell’antivirale Remdesivir, farmaco sperimenta­le nato in chiave anti Ebola che ha ricevuto l’approvazio­ne per l’uso di emergenza dalla Food and Drug Administra­tion. Questo farmaco è indicato solo per pazienti in condizioni medio gravi che necessitan­o di supporto respirator­io. Se davvero il presidente degli Stati Uniti non è sotto ossigenote­rapia come ribadito più volte dal suo staff medico, è probabile che il medicinale sia stato somministr­ato con criteri off-label (fuori dalle indicazion­i terapeutic­he autorizzat­e).

La sperimenta­zione

Se del Remdesivir sentiamo parlare da mesi, il Regn-CoV2, prodotto di biotecnolo­gie, è una novità di questi giorni perché sono stati appena pubblicati i risultati di uno studio sui primi 275 pazienti. È emerso che i sintomi del Covid-19 si sono risolti in media fra i 6-8 giorni in chi ha ricevuto il cocktail di anticorpi, rispetto ai 13 giorni di chi aveva ricevuto il placebo. «I due farmaci sono tra loro compatibil­i», precisa Filippo Drago, professore ordinario di Farmacolog­ia e direttore dell’Unità operativa di Farmacolog­ia clinica al Policlinic­o di Catania. «Il cocktail di anticorpi Regn-CoV2 agisce attaccando il virus mentre è in circolo ed è indicato in una fase precoce della malattia mentre il Remdesivir impedisce al virus di penetrare nelle cellule e di replicarsi».

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