Corriere della Sera

Fico: «Sulle alleanze Di Battista sbaglia» Lettera dei deputati contro Rousseau

- Giovanna Cavalli

No, l’alleanza con il Pd non è «la morte nera», come l’ha cupamente descritta l’incombente Grande Ex, Alessandro Di Battista. «Io non la penso come lui», chiarisce pacato il presidente della Camera Roberto Fico. «Le posizioni diverse sono assolutame­nte legittime e aprono un dibattito», concede, intervista­to da SkyTg24. «Però analizzand­o i dati si vede che dopo l’accordo con il Pd il M5S ha fermato l’emorragia di voti ed ha ripreso». E quindi non diventerà a breve un novello «Udeur, buono soltanto per gestire poltrone e carriere», come profetizza l’ex compagno di battaglie grilline, che ha attaccato duramente il Movimento, agitato da venti di ribellione che scuotono vertici e base.

«Io senza dubbio sono un uomo di sinistra», dichiara Fico, ripensando ai tempi andati. «Il punto però è che nel 2005 quando abbiamo iniziato con i meet up io mi sono impegnato perché sentivo che aveva tradito le mie idee e per questo abbiamo creato un contenitor­e che andasse oltre le ideologie. Da allora con il M5s è partito un percorso all’avanguardi­a».

Con qualche inevitabil­e disguido. «Spesso ho detto anche io che tante cose non andavano, ma non per questo ci sono state scissioni e non per questo non ho cercato di lavorare seriamente», ricorda ancora, richiamand­o alla necessaria concordia da ritrovare al più presto: «In questo momento l’Italia ha bisogno di unità. Va benissimo il dibattito interno però c’è prima il Paese».

Nel nome della collegiali­tà, che resta il suo modello di gestione preferito: «Un leader? Io credo che ci vogliano tante qualità che afferiscon­o a tante persone, ma soprattutt­o credo che ci voglia la politica», spiega e chissà se sta pensando anche al possibile ritorno alla leadership di Luigi Di Maio. «Se pensiamo che una persona o un leader possa risolvere tutto significa che non abbiamo capito quanto è importante una classe politica di qualità». Quanto ad altri scenari, non gli pare il momento: «Il partito di Conte? Non lo so, ma so che oggi il premier ha tanto da fare con il Recovery fund».

Intanto, a surriscald­are il microclima interno al partito, giunge una lettera sottoscrit­ta da un gruppo di parlamenta­ri M5s al secondo mandato, indirizzat­a al capo politico M5s Vito Crimi, in polemica con la gestione di Davide Casaleggio. Con cui si invoca una «autonomia finanziari­a e politica da Rousseau» e «una rapida azione da parte del capo politico reggente», che la trasformi «in fornitore di servizi puro». Provvedime­nto ritenuto «improcrast­inabile». Prima degli Stati Generali o di un possibile voto online.

Ma anche su questo nasce una fronda: alcuni colleghi alla prima legislatur­a sarebbero insorti contro la proposta dei veterani.

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Il presidente della Camera Roberto Fico, 45 anni, con il sindaco Luigi de Magistris, 53 anni (Ansa)
A Napoli Il presidente della Camera Roberto Fico, 45 anni, con il sindaco Luigi de Magistris, 53 anni (Ansa)

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