Ristoranti e alberghi, 246 mila occupati in meno Tiene l’industria
Il turismo, e più in generale i servizi, stanno pagando il prezzo maggiore della crisi. Su un calo dell’occupazione in Italia che nel secondo trimestre del 2020 ha registrato 841 mila lavoratori in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, ben 246 mila sono stati persi nelle attività di ristorazione (- 158 mila) e di alloggio (- 88 mila). Il focus della Fondazione dei consulenti del lavoro, basato su dati Istat, mostra che l’impatto della crisi è molto differente secondo i settori. La ristorazione è colpita non solo dalla diminuzione del turismo, ma anche dalla diffusione dello smart working. Molto male anche il commercio: quello al dettaglio ha visto scendere gli occupati in un anno di 138 mila, quello all’ingrosso di 52 mila. Il lockdown ha colpito duro anche il lavoro domestico: - 125 mila posti di lavoro. Tiene invece l’industria, con un calo di 10 mila occupati tra giugno 2019 e giugno 2020, ma con situazioni molto differenziate: male a produzione di articoli in pelle mentre vanno bene le attività di produzione e fornitura di computer e condizionatori, probabilmente legati alla maggiore permanenza in casa.