Corriere della Sera

L’attore apre ogni settimana «diMartedì» di Floris su La7

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Il Comune di Roma chiede 25 miliardi da investire in grandi opere. Tra queste: realizzare una funivia che collega piazzale Clodio a Monte Mario; soppalcare il Colosseo per realizzare nuovi parcheggi; tappare con lo stucco tutti i fori imperiali. Una di questa è vera, indovinate quale. È il premier Conte secondo Neri Marcorè, che quest’anno apre ogni settimana diMartedì con la sua satira leggera e graffiante al tempo stesso.

L’anno scorso da Serena Dandini immaginava Conte come un amministra­tore di condominio, oggi come lo vede per Floris?

«Ho pensato a un contesto diverso, una sede più istituzion­ale come il Consiglio dei ministri, poi gli spunti di satira vengono dettati dall’attualità. Conte ci sarà anche nella prossima puntata (martedì su La7), ma non mi porterò dietro questo personaggi­o per tutta la stagione. E non è detto che faccia altre imitazioni, di personaggi diversi. Farò anche dei monologhi, la regola è che decido di volta in volta».

Cosa l’ha spinta a ritornare in tv?

«Ho dovuto vincere la mia titubanza, che non era legata al contesto televisivo, ma al fatto che già l’anno scorso, dopo 7 anni di pausa, avevo ricomincia­to a fare satira e imitazioni agli Stati Generali con Serena Dandini, e pensavo che fosse una parentesi aperta e richiusa. Ho capito che da parte mia c’era invece da vincere anche un senso di pigrizia

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