Una medaglia per Willy e il prete ucciso
Mattarella e l’onorificenza al valore civile: «Atti di coraggio e altruismo»
Medaglia al valor civile per Willy e don Malgesini: è l’omaggio alla loro memoria del presidente Mattarella.
Il prete degli ultimi e il ragazzo coraggioso. Don Roberto Malgesini e Willy Monteiro Duarte, uccisi in strada e vittime incolpevoli del proprio altruismo nelle ultime settimane, a pochi giorni di distanza uno dall’altro. Da ieri accomunati anche dalla medaglia d’oro al Valor Civile conferita alla memoria di entrambi dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il capo dello Stato ha firmato il decreto per conferire il riconoscimento, motivando così per il 21enne di Paliano: «Con eccezionale slancio altruistico e straordinaria determinazione, dando prova di spiccata sensibilità e di attenzione ai bisogni del prossimo, interveniva in difesa di un amico in difficoltà, cercando di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione. Mentre si prodigava in questa sua meritoria azione di alto valore civico — continua la spiegazione —, veniva colpito da alcuni soggetti sopraggiunti che cominciavano ad infierire ripetutamente nei suoi confronti con inaudita violenza e continuavano a percuoterlo anche quando cadeva a terra privo di sensi, fino a fargli perdere tragicamente la vita». Motivi per i quali il presidente Mattarella indica Willy come un «luminoso esempio anche per le giovani generazioni, di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio».
In parte analoghe le motivazioni del capo dello Stato per il sacerdote comasco: «Con generosa e instancabile abnegazione si è sempre prodigato, quale autentico interprete dei valori di solidarietà umana, nella cura degli ultimi e delle loro fragilità, offrendo amorevole accoglienza e incessante sostegno. Mentre era intento a portare gli aiuti quotidiani ai bisognosi veniva brutalmente e proditoriamente colpito con numerosi fendenti, fino a perdere tragicamente la vita, da un uomo al quale aveva sempre dato piena assistenza e pieno sostentamento». Anche per lui, nelle parole del Quirinale, la sottolineatura di come vada considerato un «luminoso esempio di uno straordinario messaggio di fratellanza e di un eccezionale impegno cristiano al servizio della Chiesa e della società civile, spinti fino all’estremo sacrificio».
Willy, 21 anni, origini capoverdiane ma nato e cresciuto in Italia, provava a fare da paciere nella lite tra due gruppi di ragazzi, in uno dei quali c’era un suo ex compagno di classe, scoppiata in piazza a Colleferro, provincia di Roma, lo scorso 6 settembre. Estraneo alla disputa, rimase vittima del pestaggio scatenato secondo numerosi testimoni dai fratelli Gabriele e Marco Bianchi, esperti di arti marziali e chiamati in soccorso dai compaesani di Artena. I due sono accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dai futili motivi assieme a Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, che avevano innescato lo scontro. A Willy è simbolicamente intitolato anche il Daspo dai locali pubblici varato nei giorni scorsi per chi si rende protagonista di episodi di violenza nei luoghi della movida. «Tutti ti vedono come un eroe, tutti ti ammirano, tutti ti ringraziano per il tuo gesto. Chissà che cosa sarebbe successo se ti fossi girato dall’altra parte, adesso saresti ancora qui con me», ha scritto due giorni fa sui social sua sorella Milena, unica concessione alle emozioni publiche da parte di una famiglia che resta chiusa in un riservatissimo dolore.
Dieci giorni dopo Willy è stato ucciso a Como Don Roberto Malgesini, il prete 51enne che andava all’alba in strada per distribuire cibo e aiuti a migranti e senzatetto. A colpirlo con un coltello, a pochi passi dalla chiesa di San Rocco, il 53enne tunisino Mahmoudi Ridha, 53 anni, la cui espulsione era stata rinviata a causa del Covid, che da anni il sacerdote accoglieva e sfamava. All’uomo viene contestata l’aggravante della premeditazione e, secondo i risultati dell’autopsia, è possibile ipotizzare che abbia provato a decapitare il religioso. Misteriosa la motivazione. Dopo l’ammissione per un supposto «complotto per cacciarmi dall’Italia», Ridha ha ritrattato.