Corriere della Sera

Grecia, il verdetto «Alba Dorata banda criminale»

Condannati per «organizzaz­ione criminale» 68 membri di Alba Dorata, terza forza alle Europee 2014 Le lacrime di Magda, la mamma del rapper ucciso dall’ «eroe» del partito

- di Andrea Nicastro

Ineonazist­i del partito greco Alba Dorata erano dei criminali. I giudici di Atene ne hanno condannati 68, tra loro 18 ex parlamenta­ri. «Squadracce» responsabi­li anche di un omicidio.

Ineonazist­i di Alba Dorata, 9% alle elezioni Europee del 2014, terzo partito della Grecia-culla-della-democrazia, erano criminali. Cinque anni di indagini hanno accertato un omicidio, due tentati omicidi, minacce, maltrattam­enti, armi illegali. Le vittime erano immigrati, neri, sinistrors­i, europeisti e chiunque non abbassasse la testa alle loro parole d’ordine. «Popolo, esercito, sangue, onore, patria». Attaccavan­o sugli autobus, nei mercati, di notte, nei quartieri che avevano deciso di «proteggere», come squadracce, come criminali. Volevano «ripulire» la Grecia dalla «sporcizia» (di chi non la pensava come loro) e, dopo un transito di alcuni anni sugli scranni parlamenta­ri di Atene e Bruxelles, sono finiti dietro le sbarre. Ieri la Corte d’appello ha condannato 68 esponenti del partito per organizzaz­ione criminale. Tra loro 18 ex parlamenta­ri.

Fuori dall’aula 20mila persone hanno festeggiat­o il colpo di reni della loro democrazia. Il processo ai neonazisti di Atene non regge la proporzion­e con quello del 1946 a Norimberga ai gerarchi hitleriani, ma se la Repubblica di Weimar o il regno dei Savoia avessero processato le camice brune e nere, forse a Norimberga non si sarebbe mai arrivati. La democrazia greca, dal premier di centrodest­ra all’opposizion­e di centro sinistra, è orgogliosa della sentenza, fiera di aver attivato gli anticorpi della democrazia.

Diversi, secondo i giudici, i gradi di responsabi­lità. Il leader e fondatore Nikos Michalolia­kos, militare espulso dall’esercito, negazionis­ta della shoah, razzista, xenofobo, era il capo, l’ideologo. Tradotto: il mandante. Sei ex parlamenta­ri facevano parte della sua cupola, altri 12 deputati erano complici, i restanti 50 attivisti indagati (tra candidati, consiglier­i comunali e provincial­i) solo fiancheggi­atori. I giudici devono ancora stabilire le pene, ma dovrebbero oscillare tra i 5 e i 15 anni.

Chi rischia l’ergastolo è l’eroe del partito, l’ex manovale e assassino Giorgos Roupakias. Accoltellò nel 2013 il rapper Pavlo Fyssas, attivista di sinistra che nelle sue liriche raccontava l’espansione di Alba Dorata nei quartieri operai del Pireo. Sua madre, Magda Fyssas, alla lettura della sentenza ha pianto. «Pavlo mio, ce l’hai fatta». È stata questa donna, più dei politici, ad impedire che le indagini si arenassero. Aveva sentito il figlio rappare la sua denuncia profetica: «e chi mi promette un coltello nella schiena, io lo aspetto, non piangerò, non avrò paura». La registrazi­one delle telefonate di minaccia ricevute dal ragazzo ha scoperchia­to il marcio.

«Venite davanti al tribunale — aveva chiesto Magda Fissas — venite tutti, dobbiamo difendere Pavlo questa volta». La polizia era schierata con almeno duemila agenti e frange del corteo hanno attaccato il cordone di sicurezza. La festa per la sentenza si è trasformat­a in un fuggi fuggi caotico. L’incidente, però, non cambia il significat­o politico del verdetto di ieri.

Seminare odio, esibire e incoraggia­re comportame­nti violenti non è un atto politico, ma criminale. L’ascesa dell’estrema destra xenofoba, antieurope­a e intolleran­te è stata favorita dai piani di austerità imposti proprio dall’Ue, dalla crisi finanziari­a e dall’ondata di povertà che ha investito il Paese nel decennio passato. Ora sembra essersi fermata in Grecia e, forse, nel resto d’Europa.

Ma bisognava vederli sei o nove anni fa, i neonazi greci per le strade di Atene. Sfilavano con le fiaccole e i passamonta­gna, in schiere compatte, falangi della loro personale guerra ai non-greci. Quei cortei erano parodie da film di fantapolit­ica. Al centro della loro bandiera un qualcosa (il meandro di Rodi) che non era un omaggio alla Grecia classica, ma una svastica appena mascherata. L’estetica era tetra: teste rasate, tirapugni, odore di testostero­ne. Siamo i difensori della Grecia, dicevano, contro gli stranieri che rubano il lavoro, i neri che scippano le vecchiette, l’Europa che compra i politici. Il partito criminale era arrivato ad avere 388mila voti, il 9,4 per cento dei suffragi nazionali. Con lo 0,11%, nelle elezioni del 2019, non ha conquistat­o neppure un seggio.

Il crollo dei consensi

Alle elezioni del 2019 il partito ha ottenuto lo 0,11 per cento e nessun seggio

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 ?? (L. Gouliamaki/ Afp) ?? Commozione Magda Fyssas, madre del rapper ucciso nel 2013, piange alla lettura della sentenza che condanna il killer del figlio
(L. Gouliamaki/ Afp) Commozione Magda Fyssas, madre del rapper ucciso nel 2013, piange alla lettura della sentenza che condanna il killer del figlio

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