Corriere della Sera

L’ESIGENZA DI LEGITTIMAR­E LE RESTRIZION­I CON I PROGETTI

- di Massimo Franco

Vedendo la scalata del numero dei contagi, la proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio del 2021 appare una scelta inevitabil­e. Avviene, tuttavia, su uno sfondo completame­nte diverso. E dunque esige una strategia nuova nel rapporto con l’opinione pubblica. Allora si trattava di «chiudere l’Italia» di fronte a un’epidemia imprevista, sconosciut­a e insidiosa. E la popolazion­e ha assecondat­o quanto è stato deciso dal governo con convinzion­e e disciplina, nonostante sbavature ed errori. Stavolta, sarà più complicato.

E non perché si abbia minore preoccupaz­ione per la recrudesce­nza del virus. La perplessit­à potrebbe nascere vedendo che il giro di vite è accompagna­to da ritardi, confusione e veti sulle misure da prendere. È stato notato quanto sia paradossal­e la proroga decisa ieri dal Consiglio dei ministri, mentre il M5S continua a traccheggi­are sull’utilizzo dei soldi europei del Mes: un aiuto che potrebbe alleviare il peso della pandemia sugli ospedali. Ma le riserve riguardano un po’ tutta la strategia del governo.

Senza una definizion­e rapida e chiara dei progetti da offrire all’Europa per ottenere gli aiuti del Fondo per la ripresa, c’è il rischio di erodere la fiducia guadagnata finora. Sarebbe più difficile essere seguiti nella scelta di limitare le libertà individual­i, mentre le contorsion­i interne dei Cinque Stelle sul loro destino rallentano l’esecutivo; col Pd costretto a chiedere rapidità nelle decisioni ma incapace, finora, di ottenerla. È questo lo sfondo scivoloso nel quale il premier Giuseppe Conte è costretto a muoversi.

L’opposizion­e grida molto, ma in realtà si limita a quello, presa anch’essa da problemi di identità e di strategia: soprattutt­o la Lega, che ne è la forza principale. Sembrerebb­e che si stia disancoran­do da un antieurope­ismo di maniera, comprensib­ile quando poteva attecchire la propaganda sovranista contro l’«Europa matrigna»; non ora che da Bruxelles sono stati stanziati 209 miliardi di euro in aiuti. La protesta contro Palazzo Chigi per il mancato coinvolgim­ento del centrodest­ra nelle decisioni economiche e sul coronaviru­s è più che giustifica­ta.

Eppure, il modo scomposto in cui l’opposizion­e si è mossa ha fornito un alibi al governo. Le restrizion­i vanno dunque seguite e rispettate in primo luogo dalle forze politiche: nel senso che non si possono chiedere disciplina e ubbidienza se poi non si dimostra con i fatti di non perdere tempo. Sarebbe un errore madornale usare il prolungame­nto dello stato d’emergenza solo per garantire la sopravvive­nza all’esecutivo e continuare in un’opposizion­e sterile. Il senso di responsabi­lità è richiesto in primo luogo a chi lo pretende dagli altri.

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