Europa verso un accordo sui viaggi interni
Le zone verranno classificate per il rischio di contagio Restano nodi da sciogliere: test e durata delle quarantene
Sono oltre 6 milioni i casi di Covid-19 confermati in Europa dall’inizio della pandemia. Tra gli Stati Ue cresce la preoccupazione per una seconda ondata di contagi. Da mesi i governi europei tentano un approccio coordinato alle misure di contenimento, sotto impulso anche della Commissione Ue, ma senza successo: salute e frontiere sono di competenza esclusiva degli Stati membri, che non vogliono rinunciare alla propria sovranità. Si intravede, però, uno spiraglio di intesa almeno su due punti: una mappa a colori dell’Ue che classifichi su base regionale, in base a criteri comuni, il tasso di rischio nei diversi Paesi e un modulo comune europeo per localizzare i viaggiatori (ora cambia da Stato a Stato). L’accordo potrebbe arrivare martedì prossimo al Consiglio Affari generali.
Il dossier è in mano alla Germania, che ha la presidenza di turno dell’Ue. La sua proposta di compromesso per una «raccomandazione del Consiglio su un approccio coordinato alle restrizioni al libero movimento in risposta alla pandemia da Covid-19» è stata discussa ieri dagli ambasciatori Ue (Coreper) e tornerà sul loro tavolo venerdì per l’ultimo passaggio formale prima del Consiglio Affari generali. Non tutti gli Stati concordano pienamente con la proposta, fonti diplomatiche vicine al dossier spiegano che è stata raggiunta una «maggioranza qualificata» a sostegno del testo. Il tentativo sarà quello di introdurre alcune modifiche per venire incontro alle richieste dei governi ma non a scapito dell’equilibrio raggiunto. L’obiettivo è procedere senza perdere ulteriore tempo. La proposta punta a evitare «misure unilaterali» che danneggiano l’economia e complicano la vita dei cittadini Ue, e a limitare le restrizioni a quando sono «strettamente necessarie» e nel modo meno discriminatorio possibile, applicandole alle persone che arrivano da aree o regioni specifiche particolarmente colpite dal virus e non all’intero Paese di appartenenza. «Il dibattito è stato costruttivo», ha spiegato una fonte diplomatica Ue vicina al dossier, dopo l’incontro tra gli ambasciatori. «Far decollare il più rapidamente possibile le raccomandazioni del Consiglio sul coordinamento sul Covid-19 — ha aggiunto — è obiettivo condiviso. Siamo sulla buona strada».
Restano da sciogliere alcuni nodi, come l’armonizzazione della durata dell’autoisolamento (ad esempio in Belgio è una settimana, in Italia 14 giorni) e la convergenza sulle procedure di test per i viaggiatori che provengono da aree considerate ad alto rischio. La mappa del rischio di trasmissione del virus, che sarà aggiornata settimanalmente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sulla base dei dati messi a disposizione dagli Stati, avrà quattro colori (verde, arancione, rosso e grigio) in base all’incidenza cumulativa dei casi di Covid-19 su 100.000 abitanti a livello regionale nei 14 giorni precedenti, la percentuale di test positivi sui test effettuati e il numero di test su 100.000 abitanti eseguita nell’ultima settimana.
Tabella di marcia
Martedì prossimo al Consiglio Affari Generali saranno sciolti gli ultimi nodi