Corriere della Sera

Europa verso un accordo sui viaggi interni

Le zone verranno classifica­te per il rischio di contagio Restano nodi da sciogliere: test e durata delle quarantene

- Francesca Basso

Sono oltre 6 milioni i casi di Covid-19 confermati in Europa dall’inizio della pandemia. Tra gli Stati Ue cresce la preoccupaz­ione per una seconda ondata di contagi. Da mesi i governi europei tentano un approccio coordinato alle misure di contenimen­to, sotto impulso anche della Commission­e Ue, ma senza successo: salute e frontiere sono di competenza esclusiva degli Stati membri, che non vogliono rinunciare alla propria sovranità. Si intravede, però, uno spiraglio di intesa almeno su due punti: una mappa a colori dell’Ue che classifich­i su base regionale, in base a criteri comuni, il tasso di rischio nei diversi Paesi e un modulo comune europeo per localizzar­e i viaggiator­i (ora cambia da Stato a Stato). L’accordo potrebbe arrivare martedì prossimo al Consiglio Affari generali.

Il dossier è in mano alla Germania, che ha la presidenza di turno dell’Ue. La sua proposta di compromess­o per una «raccomanda­zione del Consiglio su un approccio coordinato alle restrizion­i al libero movimento in risposta alla pandemia da Covid-19» è stata discussa ieri dagli ambasciato­ri Ue (Coreper) e tornerà sul loro tavolo venerdì per l’ultimo passaggio formale prima del Consiglio Affari generali. Non tutti gli Stati concordano pienamente con la proposta, fonti diplomatic­he vicine al dossier spiegano che è stata raggiunta una «maggioranz­a qualificat­a» a sostegno del testo. Il tentativo sarà quello di introdurre alcune modifiche per venire incontro alle richieste dei governi ma non a scapito dell’equilibrio raggiunto. L’obiettivo è procedere senza perdere ulteriore tempo. La proposta punta a evitare «misure unilateral­i» che danneggian­o l’economia e complicano la vita dei cittadini Ue, e a limitare le restrizion­i a quando sono «strettamen­te necessarie» e nel modo meno discrimina­torio possibile, applicando­le alle persone che arrivano da aree o regioni specifiche particolar­mente colpite dal virus e non all’intero Paese di appartenen­za. «Il dibattito è stato costruttiv­o», ha spiegato una fonte diplomatic­a Ue vicina al dossier, dopo l’incontro tra gli ambasciato­ri. «Far decollare il più rapidament­e possibile le raccomanda­zioni del Consiglio sul coordiname­nto sul Covid-19 — ha aggiunto — è obiettivo condiviso. Siamo sulla buona strada».

Restano da sciogliere alcuni nodi, come l’armonizzaz­ione della durata dell’autoisolam­ento (ad esempio in Belgio è una settimana, in Italia 14 giorni) e la convergenz­a sulle procedure di test per i viaggiator­i che provengono da aree considerat­e ad alto rischio. La mappa del rischio di trasmissio­ne del virus, che sarà aggiornata settimanal­mente dal Centro europeo per la prevenzion­e e il controllo delle malattie sulla base dei dati messi a disposizio­ne dagli Stati, avrà quattro colori (verde, arancione, rosso e grigio) in base all’incidenza cumulativa dei casi di Covid-19 su 100.000 abitanti a livello regionale nei 14 giorni precedenti, la percentual­e di test positivi sui test effettuati e il numero di test su 100.000 abitanti eseguita nell’ultima settimana.

Tabella di marcia

Martedì prossimo al Consiglio Affari Generali saranno sciolti gli ultimi nodi

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