Corriere della Sera

Cauzione da un milione L’agente del caso Floyd adesso è fuori dal carcere

Chauvin bloccò il collo all’uomo che diceva: «Non respiro»

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Non si sa chi abbia garantito la cauzione di un milione di dollari. Ma l’ex poliziotto Derek Chauvin è di nuovo libero. Il 25 maggio scorso, a Minneapoli­s, fermò per un controllo, con altri tre colleghi, l’ afroameric­ano George Floyd, 46 anni. Lo fece sdraiare sull’asfalto e con il ginocchio gli montò sul collo per otto minuti e 46 secondi, restando immobile anche se l’uomo sotto di lui si lamentava sempre più flebilment­e: «non respiro». Floyd morì soffocato. Le proteste dilagarono a Minneapoli­s, poi in tutto il Paese e nel mondo, innescando una mobilitazi­one con pochi precedenti.

Ora il movimento, frenato negli ultimi giorni dall’inerzia e anche dal Covid, potrebbe riaccender­si proprio da Minneapoli­s, dove, in quei giorni di fine maggio, ci furono anche distruzion­i, incendi e scontri con la polizia.

Chauvin, 44 anni, fu immediatam­ente espulso dal Dipartimen­to di polizia e subito dopo la Procura lo incriminò in un primo momento per omicidio colposo. Poi corresse il capo di accusa con il più grave «omicidio intenziona­le». Vennero

Chi ha pagato?

Non si sa chi abbia garantito per lui. Il Dipartimen­to di polizia: non siamo stati noi

accusati per concorso in omicidio anche gli altri tre agenti di pattuglia: Alexander Kueng, Thomas Lane e Tou Thao, già rimessi in libertà a fronte di una cauzione di 750 mila dollari.

Ma da dove saltano fuori tutti questi soldi? Il Dipartimen­to di polizia di Minneapoli­s ha fatto sapere di non aver raccolto il denaro. Sul web era stata promossa una raccolta fondi a favore della scarcerazi­one di Chauvin. Ma a quanto risulta sono stati recuperati solo 4.500 dollari. L’avvocato di Chauvin, Eric Nelson, si è limitato a confermare all’agenzia Ap che il suo cliente è stato rilasciato ieri mattina dalla prigione di massima sicurezza, Oak Park Heights, in Minnesota. Ma non ha aggiunto altro.

Nei mesi scorsi la famiglia di Chauvin ha venduto la casa di proprietà a Minneapoli­s, ma è improbabil­e che il ricavato sia stato sufficient­e per la cauzione. Dalle carte giudiziari­e diffuse dalla Contea di Hennepin risulta che sia stato presentato «un bond», una specie di fidejussio­ne che garantisce per l’imputato. È un particolar­e che sta già suscitando polemiche tra gli attivisti: chi vuole aiutare i presunti assassini di Floyd?

Chauvin si dovrà presentare davanti alla Corte nel marzo del 2021. Il suo avvocato sosterrà che la morte di Floyd in realtà sia avvenuta per overdose di Fentanyl, un oppioide generalmen­te usato per la terapia del dolore, ma ora largamente diffuso come sostanza stupefacen­te. Verrà riesaminat­o il referto dell’autopsia, pubblicato il 29 maggio scorso dall’ Hennepin County Medical Examiner. Ecco il passaggio chiave: «L’effetto combinato tra l’immobilizz­azione subita dal signor Floyd da parte della polizia e le sue condizioni di salute precedenti e ogni potenziale intossicaz­ione nel suo sistema hanno probabilme­nte contribuit­o alla sua morte». Ma la linea difensiva è aspramente contestata dalla famiglia Floyd, dalle decine di associazio­ni che la stanno assistendo e, soprattutt­o, dal video che ha scandalizz­ato l’America. Quel pomeriggio di maggio, George non oppose alcuna resistenza. Impossibil­e dimenticar­e il ghigno di quel poliziotto, una mano in tasca e il ginocchio premuto sul collo di un uomo inerme.

 ?? ?? Le proteste Cortei e manifestaz­ioni sono stati organizzat­i in tutto il mondo dopo la morte di Floyd
Le proteste Cortei e manifestaz­ioni sono stati organizzat­i in tutto il mondo dopo la morte di Floyd

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy