Il ghiaccio e il deserto Il nuovo McCurry: «Fotografo la bellezza prima che svanisca»
Su «7» le foto inedite nello speciale green
L’ambiente è il protagonista del numero di 7, il magazine del Corriere, in edicola e su digital edition venerdì 9 ottobre. In copertina il grande fotografo Steve McCurry si racconta a Chiara Mariani, in occasione dell’uscita del volume Il mondo nei miei occhi, immagini inedite (Mondadori Electa). Una raccolta di scatti inediti, alcuni recenti in Antartide, un angolo di mondo mai esplorato prima dal fotografo, o nei villaggi di Mongolia e Myanmar e nel deserto giordano.
«La pandemia non ci insegnerà niente», riflette l’autore di ritratti celeberrimi come quello a Sharbat Gula, la ragazza afghana. «Quando finirà la gente avrà fretta di dimenticare. La bellezza e la natura sono una priorità per pochi. Nell’era della globalizzazione l’ambiente e le peculiarità delle culture sono a rischio estinzione. Tramandare le tradizioni, i dettagli e lo splendore che sta per scomparire a causa della scelleratezza dell’uomo diventa una missione». Poi confida l’esperienza della paternità tardiva, avvenuta a 67 anni. «Oggi mia figlia Lucia ha 3 anni e ha già visitato 30 Paesi. Vorrei per lei un futuro brillante, un’ottima educazione e che contribuisse a rendere il mondo migliore». Il dialogo con McCurry apre la speciale sezione verde, che anticipa la nuova inchiesta Pianeta 2021. Sul settimanale 50 pagine dedicate a energia, giardini e nuovi equilibri. Con interviste, come quelle al linguista Noam Chomsky e allo psichiatra e psicoterapeuta Giancarlo Dimaggio, reportage e un portfolio sulla forza straordinaria degli alberi con testi di Beppe Severgnini e immagini di Enrico Spanu.
La sezione rossa, dedicata all’attualità, ospita un racconto esclusivo firmato da Mika. Il cantante e giudice di X Factor ha dedicato uno show a Beirut, la sua città natale, colpita da una tragica esplosione lo scorso 4 agosto. I love Beirut è il titolo di questo grande concerto-documentario diffuso sul web che omaggia la capitale libanese, con musica, video e partecipazioni di ospiti internazionali: da Kylie Minogue a Laura Pausini. «Quando ho visto le immagini pixelate della catastrofe mi si è stretto lo stomaco», ricorda Mika. «Mi sono chiesto come rendere omaggio alle donne e agli uomini che hanno perso la vita. A chi ha seppellito i propri cari e si è ritrovato senza casa, con i propri ricordi sommersi dalla polvere. È nata così in me un’idea fissa: non lasciare sola la bella Beirut in questo disastro, trasformare la catastrofe in speranza. Si può danzare anche con gli occhi pieni di lacrime». L’«oggetto artistico non identificabile», come lo ha definito l’autore, ha permesso di raccogliere fondi per la Croce Rossa libanese e Save the Children.
Ancora una cantante protagonista: Skin, front woman del gruppo Skunk Anansie, viene intervistata da Luigi Ippolito. Rocker, dj, attivista, icona fashion, oggi Deborah Anne Dyer, questo il suo vero nome, è anche scrittrice. Ha appena pubblicato l’autobiografia, edita in Italia da Solferino, It Takes blood and Guts, letteralmente Ci vogliono sangue e viscere, in cui racconta la sua storia umana e professionale. «Una ragazzina di Brixton (il quartiere multietnico di Londra), figlia di giamaicani, finita in una grande rock band», ricorda. «Sono una donna nera e lesbica in un mondo dominato da maschi bianchi. Mi ci è voluto del tempo per non farmi schiacciare da omofobia e sessismo. Ma oggi sono felice. Non porterò mai il peso di ignoranza e razzismo sulle mie spalle».