Incidente di Zanardi, i periti divisi
Lo scenario nel quale è avvenuto l’incidente che a giugno ha coinvolto Alex Zanardi non è ancora chiaro. Sono tre le perizie depositate: quelle di Procura e difesa dell’autista hanno conclusioni simili, che non concordano però con quella della famiglia. Secondo le prime due, l’urto fra i due mezzi sarebbe stato causato dalla perdita di controllo dell’handbike guidata da Zanardi, che viaggiava attorno ai 50 km orari (entro quindi il limite consentito), mentre era di 38 km/h quella dell’autocarro che risaliva la statale condotto da Marco Ciacci, al momento indagato. Un «atto dovuto», lo ha definito il procuratore di Siena, Salvatore Vitello. Le due perizie (eseguite da Dario Vangi, consulente del pm, e da Mattia Strangi, perito di parte dell’autista) collimano sostanzialmente nella ricostruzione della dinamica: Zanardi quando vide il camion in direzione opposta avrebbe tentato di girare verso destra per allontanarsi dalla parte centrale della carreggiata, ma l’handbike sarebbe andato in sovrasterzo, cosa che avrebbe determinato il ribaltamento del mezzo e la caduta di Zanardi, finito nella corsia opposta. Diversa la perizia della parte offesa, cioè della famiglia Zanardi, affidata all’ingegnere Giorgio Cavallin di Padova: da questa apparirebbe determinante una invasione della corsia da parte del camion. Ora la Procura senese dovrà decidere se ordinare nuove indagini sulla base delle consulenze depositate o definire il procedimento. In questo caso la pm Serena Menicucci potrebbe chiedere l’archiviazione di Ciacci oppure chiedere il rinvio a giudizio per lesioni colpose gravissime.