Corriere della Sera

Tute blu, rottura delle trattative: irricevibi­le l’aumento di 40 euro

I sindacati accusano gli industrial­i. Federmecca­nica: pronti al dialogo ma senza le agitazioni

- Enrico Marro

Come era facile prevedere, lo scontro tra Confindust­ria e sindacati sul rinnovo dei contratti in epoca Covid è esploso nella vertenza che da sempre misura i rapporti di forza tra le parti, quella per il contratto dei metalmecca­nici. Ieri le associazio­ni di categoria, Federmecca­nica e Assistal da una parte, e Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil dall’altra, hanno fatto appena in tempo a sedersi al tavolo che la trattativa è saltata. Motivo: l’aumento salariale. Per le imprese al massimo si può prevedere un adeguament­o in linea con l’Ipca, l’indice che misura il tasso d’inflazione armonizzat­o per il Paesi dell’Ue. Ma questo frutterebb­e appena 40 euro lordi nei prossimi tre anni, secondo le valutazion­i dei sindacati. Che ritengono non si possa proseguire il negoziato su queste basi. E questa mattina riuniranno le segreterie unitarie.

Fiom, Fim e Uilm hanno deciso già il blocco degli straordina­ri e della flessibili­tà e oggi valuterann­o ulteriori iniziative di mobilitazi­one. In molte fabbriche sono stati proclamati scioperi e organizzat­e assemblee per oggi e domani, dopo le astensioni dal lavoro spontanee in diverse fabbriche, ieri, in Piemonte, Emilia Romagna e Toscana. Ma il direttore generale di Federmecca­nica, Stefano Franchi, avverte: «Siamo pronti, nonostante le divergenze che sono ampie, a riprendere il dialogo con i sindacati, ma non con uno stato di agitazione in corso». Insomma, la trattativa sul salario sembra congelata ancor prima di partire. Del resto, come dice Franchi, le posizioni sono davvero lontane. Basti dire che la piattaform­a di FiomFim e Uilm prevede aumenti medi per 145 euro lordi, tre volte e mezzo quello che offre Federmecca­nica. «Noi — continua Franchi — sul salario abbiamo mantenuto sempre la stessa coerenza di fondo; come nel 2016, anche oggi, in presenza di una crisi ben più grave, il contratto assicura garanzie importanti come quelle per cui i minimi sono legati al solo recupero dell’inflazione, del costo della vita. Ma abbiamo dato anche ampia disponibil­ità ad estendere il premio di risultato per portare l’attuale 70%di lavoratori coperti dal premio al 100%. Per noi è importante, infatti, distribuir­e la ricchezza dove è stata prodotta». «La situazione economica post-Covid — ribatte il segretario della Fim, Roberto Benaglia — non è e non può essere un alibi per non rinnovare un contratto che si propone di valorizzar­e e promuovere il lavoro per i prossimi anni di ripresa economica e occupazion­ale».

«Non è accettabil­e — aggiunge il leader della Uilm, Rocco Palombella — che i metalmecca­nici abbiano i minimi salariali più bassi in Italia, con differenze fino a 400 euro lordi mensili. Metteremo in campo qualsiasi azione a nostra disposizio­ne per far cambiare idea alle imprese».

 ?? ?? I numeri
In Italia i lavoratori metalmecca­nici raggiungon­o un totale di 1,6 milioni, ma negli ultimi 5 anni il loro numero si è ridotto di circa 500mila unità. Il giro d’affari del settore supera i 400 miliardi
I numeri In Italia i lavoratori metalmecca­nici raggiungon­o un totale di 1,6 milioni, ma negli ultimi 5 anni il loro numero si è ridotto di circa 500mila unità. Il giro d’affari del settore supera i 400 miliardi

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