Dall’abuso di decreti a quello delle deleghe
Che ci sia un abuso dei decreti legge è fuori dubbio. Ma forse sarà il caso di aprire una riflessione anche sul moltiplicarsi del ricorso ai disegni di legge delega, altro strumento che sposta il baricentro della produzione legislativa dal Parlamento all’esecutivo. Il quale, con questi ddl, chiede appunto alle Camere la delega a legiferare in determinate materie. Per sua natura il disegno di legge delega andrebbe usato per riordinare norme di settore, per esempio con i Testi unici, o disciplinare questioni tecniche. Ma a scorrere l’elenco di ben 22 ddl delega che il governo annuncia nella Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), dichiarandoli «collegati» alla prossima manovra di Bilancio, si trova un po’ di tutto. Si va dalla riforma del fisco alle «lauree abilitanti»; dalla riforma degli ammortizzatori sociali all’introduzione del salario minimo; dal «lavoro agile» o smart working allo statuto dei diritti dell’imprenditore. Si affidano allo strumento della delega, tra l’altro: la «legge quadro per l’artigianato»; le norme per lo «sviluppo delle filiere» e «l’aggregazione tra imprese»; la semplificazione dei procedimenti per il contenimento del dissesto idrogeologico. Materie tecniche, dove la delega ha un senso, accanto a temi importanti di politica economica. E non è la prima volta. Anche un anno fa la Nadef elencava 22 ddl delega «collegati», che però non tutti sono stati presentati. Tanto è vero che almeno 7 deleghe dell’elenco per il 2021 vengono dalla lista dell’anno scorso. A partire dalla promozione della green economy, ora rilanciata dal Recovery fund. Tema che il governo, una volta tanto, aveva individuato in anticipo (ed era pure il primo ddl dell’elenco), ma purtroppo ha lasciato sulla carta. Come ha fatto per la riforma del fisco, anche questa nell’elenco di un anno fa, il riordino dei giochi, l’autonomia differenziata e altro ancora. Una sventagliata di disegni di legge delega con la quale il governo prima ipoteca l’attività legislativa, relegando il Parlamento a un ruolo sempre più marginale, e poi la svolge solo in parte.
Nella Nota di aggiornamento 22 ddl delega. Dal fisco al salario minimo