Corriere della Sera

Ulivi anti Xylella, con la «Favolosa» torna l’olio in Salento

- DAL NOSTRO INVIATO Michelange­lo Borrillo

La speranza che CASARANO (LECCE) diventa realtà. Dopo due anni di attesa. Con la Favolosa che batte la Fastidiosa. La Fs-17, meglio conosciuta, appunto, come Favolosa, è una delle due cultivar, insieme al Leccino, che secondo gli scienziati è resistente alla Xylella Fastidiosa che sta distruggen­do gli ulivi pugliesi. Ma non quelli della Favolosa, come dimostra la prima raccolta di olive iniziata, in questi giorni, in Salento, dai nuovi uliveti impiantati due anni fa nei campi distrutti dal batterio. Laddove c’erano ulivi ingialliti, a Casarano — nell’azienda di Cosimo Primiceri, il primo che ha creduto nella Favolosa — adesso si può produrre olio nuovo grazie alla cultivar italiana, precoce rispetto alle altre, visto che già dopo due anni riesce a dare i suoi primi buoni frutti.

L’idea della Favolosa è nata per caso. Quando un gruppo di olivicolto­ri notò, in agro di Sannicola di Lecce una macchia di verde nella distesa gialla degli ulivi secchi colpiti dalla Xylella. Troppo verdi, quei 400 ulivi, per poter prosperare nel Salento. In realtà si trattava di una varietà quasi inesistent­e in Puglia ma diffusa in Umbria. Ancor più valorizzat­a dalla scoperta del Cnr, nel 2017, della resistenza alla Xylella, che ha ridato una speranza e un futuro all’olivicoltu­ra salentina. Perché da quando è stata individuat­a, nel 2013, la Xylella — secondo uno studio di Italia Olivicola che con CiaAgricol­tori Italiani e Consorzio Oliveti d’Italia sta organizzan­do la raccolta dai nuovi uliveti — ha cancellato la produzione di 5 milioni di piante nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto quest’anno in Puglia è previsto un calo della produzione di olio del 51%, in Italia del 36%). Per ogni ettaro di Favolosa impiantato (e lo sta facendo il 20% degli olivicolto­ri salentini) si possono raccoglier­e ogni anno da 100 a 120 quintali di olive (a fronte dell’alternarsi, per le cultivar tradiziona­li, di annate di carica da 170-200 quintali e di scarica da 4050). «Parte il recupero di un’area importanti­ssima dell’agricoltur­a italiana con una nuova olivicoltu­ra meccanizza­ta», spiega Nicola Ruggiero, presidente del Consorzio Oliveti d’Italia. La Xylella ha trovato la sua resistenza. E il Salento degli ulivi, finalmente, la sua ripartenza.

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Pioniere Cosimo Primiceri, l’olivicolto­re che per primo ha impiantato la «Favolosa»

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