A Milano il ritmo preoccupa ma i pazienti gravi sono stabili Il caso vaccini non autorizzati
In Regione 100 mila dosi antinfluenzali senza l’ok Aifa
Anche la soglia dei mille casi è superata. Ieri in Lombardia il conteggio dei contagi della seconda ondata è arrivato a 1.140 nuovi contagi accertati, sebbene sulla base di 22.910 tamponi eseguiti (il 17% del totale nazionale) , quindi con un rapporto del 4,9 per cento. Preoccupa il dato di Milano (587 casi, di cui 312 in città) ma nella Regione resta lontano dai livelli di allarme il numero dei ricoverati in terapia intensiva (44 ), che ieri non ha subito alcun incremento. Da ieri, tuttavia, sono entrate in ospedale altre 37 persone, per un totale di 408 ricoverati con sintomi.
È questo lo scenario della
12 maggio Da questa data la Lombardia non superava la soglia dei mille nuovi casi positivi giornalieri (furono 1.033). Il 21 marzo il picco: 3.251 nuovi casi
regione che dal 21 febbraio scorso si è ritrovata al centro dell’epidemia. Al momento non sembrano in vista nuovi provvedimenti di limitazione alle attività economiche e sociali, ma più che altro perché — mentre si analizzano i dati di queste settimane — il governo lombardo è in attesa del nuovo decreto di Palazzo Chigi, rispetto al quale, eventualmente, potrà soltanto valutare ulteriori restrizioni.
«Siamo di fronte a incrementi del 10-15 per cento al giorno — osserva Vittorio Demicheli, direttore sanitario dell’Ats di Milano — e questo significa un raddoppio nell’arco di una settimana o poco più, quindi il contagio non corre come nelle settimane iniziali di marzo, ma comunque comincia a essere piuttosto veloce». L’altro motivo di preoccupazione è che, a differenza di quanto era avvenuto durante la prima fase, ora il virus avanza soprattutto in città e, come sottolinea Demicheli, «il sostegno alla trasmissione è più forte in un contesto metropolitano». Un allarme che coinvolge direttamente la sua azienda sanitaria: «Fino a 1.500 o anche 2 mila chiamate al giorno riusciamo a far funzionare il meccanismo che prevede contatto individuale del medico, tampone e isolamento. Oltre questa soglia si fa più fatica, ma stiamo studiando accorgimenti che rendano più rapido il processo, compresa l’ipotesi, non gradevole, di un sms che comunichi l’esito del tampone in tempo reale».
Intanto resta caldo il fronte dei vaccini anti influenzali, attorno al quale sono maturate polemiche politiche e anche un interessamento della procura della procura della Repubblica. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) non ha concesso l’autorizzazione al lotto di 100 mila vaccini forniti alla Regione dalla società cinese Life On. Da parte sua, l’Aria, la centrale acquisti di Palazzo Lombardia, assicura che «non verrà acquisito, e quindi distribuito, alcun vaccino che non abbia ottenuto le autorizzazioni previste dalla legge e le conseguenti scrupolose verifiche». Insomma, i vaccini cinesi non verranno pagati. «Tutto questo — conclude l’Aria — non pregiudica la campagna vaccinale antinfluenzale in quanto le dosi già acquisite nei mesi scorsi ammontano a 2,9 milioni».
Il raddoppio Demicheli, capo dell’Ats cittadina: i contagi sono raddoppiati nel giro di una settimana