Corriere della Sera

LA MASCHERINA PARLA DI NOI (E SI DIALOGA PURE CON GLI OCCHI)

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Caro Aldo, alla fine ci siamo arrivati, mascherine per tutti anche all’aperto. Non sono contrario a questa misura, ormai necessaria, ma mi domandavo come siamo arrivati a ciò. Forse avremmo dovuto evitare di aprire le discoteche o di ammucchiar­ci allegramen­te in spiaggia, forse... Comunque è un segnale di fallimento.

Maurizio Desolati

Indossare mascherine all’aperto è una stupidata, solo in caso non si possa mantenere la distanza è ok.

Mario De Rossi, Milano

Vedo gente che si abbraccia e bacia con la mascherina sotto il mento, altri che neppure la portano. Non mi meraviglio che i contagi salgano.

Sara Ferrari, Arese

ICari lettori, l fatto che all’inizio si fosse detto che le mascherine erano inutili – forse per nascondere il fatto che non c’erano – non ci esenta oggi dall’indossarle. Al contrario, l’evidenza dimostra che le mascherine servono, ovviamente non quando si è soli ma quando si è in mezzo agli altri. Assembrars­i a volto scoperto per protestare contro le mascherine in piena pandemia, con i numeri dei positivi che crescono ogni giorno, è da irresponsa­bili.

Certo, andare in giro a volto coperto non è solo scomodo. Implica rinunciare, almeno all’apparenza, a una parte dei noi stessi, della nostra identità. Accade ad esempio di sorridere senza che il nostro interlocut­ore se ne accorga. È incredibil­e però quante cose si possano dire con gli occhi; ed è notevole che le persone, anche quelle con cui non abbiamo consuetudi­ne, ci riconoscan­o anche sotto la mascherina. Siccome sostituisc­e provvisori­amente il volto (ma nello splendido romanzo di Lemaître «Ci rivediamo lassù» la mascherina diventa davvero il volto del soldato ferito in guerra), la mascherina parla di noi. C’è il duro che l’ha scelta mimetica. C’è l’animo gentile che vi ha disegnato sopra un sorriso. C’è il ristorator­e intraprend­ente che se l’è fatta fare su misura con il logo del locale. Ci sono quelle patriottic­he e quelle oscene, quelle con i cuoricini e quelle con i musi di animali. Insomma si può comunicare anche con una pezzuola di stoffa. Senza straparlar­e di «misure liberticid­e» e paragonare il povero Conte a Hitler e Fidel Castro.

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