Corriere della Sera

Ripresa più forte? Hi-tech e digitale

Serve una regia dei fondi Ue per riavviare lo sviluppo, come stanno facendo Francia e Germania. Su «l’Economia» in edicola domani gratis con il «Corriere»

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Bollettino economico del Paese. Va alle stelle il deficit pubblico, cioè l’eccesso delle spese rispetto alle entrate dello Stato: è del 10,8%, in forte incremento dall’1,6% del 2019, l’incidenza sul Prodotto interno lordo prevista quest’anno dalla Nadef, la nota di aggiorname­nto del Documento di economia e finanza. Dietro, c’è anche l’aumento — causa Covid, ma non solo — della spesa per prestazion­i sociali, leggi reddito di cittadinan­za, bonus, ammortizza­tori sociali. La nota positiva, per ora, è che lo spread — il divario fra i titoli di Stato italiani e tedeschi — resta basso. Ma «siamo alla vigilia di un brusco e amaro risveglio o i risparmiat­ori possono stare tranquilli?». Se lo chiede Francesco

Daveri sull’Economia del Corriere della Sera, in edicola domani gratis con il quotidiano.

La speranza è che il crollo del Pil — previsto dalla Nadef del 9%, contro il calo dell’8% stimato in precedenza — sia davvero temporaneo. Perciò occorre più crescita della produzione, ovvio. Una corsa, non un rimbalzo. Può avverarsi a due condizioni: che «l’Italia non sprechi malamente i fondi che arriverann­o attraverso il Recovery fund». E che «l’Europa politica non chiuda troppo presto l’ombrello protettivo», scrive Daveri.

Peccato che entrambi i punti siano le grandi incognite del momento. Non solo sui fondi europei si avvertirà un ritardo, dopo la recente frenata del Parlamento Ue sul bilancio dell’Europa. C’è anche il caos, tutto italiano, che regna sul Recovery Fund, cioè sulle risorse per la ripartenza dopo la pandemia. Un ginepraio, rivela L’Economia che indaga sul tema, tanto che ancora non si capisce chi decide e chi comanda.

Chi sceglierà e controller­à i progetti meritevoli di supporto? Si accavallan­o comitati (il Ciae, il Cvt), si combatte sui commissari. Intanto il tempo passa. Mentre Francia e Germania, al contrario, sono già più che pronte, rivela il settimanal­e: con i piani dettagliat­i del Next Generation Eu e gli sgravi fiscali addirittur­a consultabi­li online.

Eppure una ripartenza è possibile. Dal digitale, per esempio. E se lo dichiara Barbara Colombo, neopreside­nte dell’Ucimu — l’associazio­ne delle aziende che producono macchine utensili, la meccanica per eccellenza — c’è da pensarci. Co-ceo della Ficep, l’azienda di famiglia nel Varesotto, Colombo dice: «In fabbrica mi sento a casa». Ma anche: «Serve il 4.0». L’Economia le dedica la copertina. Intanto un osservator­io privato come The European House Ambrosetti ha preparato un piano alternativ­o per l’Italia: otto punti, fra i quali l’aumento dei salari e il riequilibr­io dei poteri fra Stato, Comuni e Regioni.

Fra le storie, i due big della Borsa italiana: StMicroele­ctronics e la nascente NexiSia, che per capitalizz­azione ha superato l’Eni. Fra i personaggi, Benedetto Lavino, ceo di Bottega Verde, pioniera dell’ecommerce che ora investe sui negozi fisici; Giuseppe Santoni, che con il calzaturif­icio di famiglia ora spinge sul web; e Jeremy Rifkin, che vede nel Green Deal il nuovo Rinascimen­to. Nella sezione Risparmio trovate la guida alle ristruttur­azioni, mentre il 19 ottobre sarà in edicola gratis col Corriere il manuale in 100 domande per il Superbonus.

Le storie

Barbara Colombo, nuova presidente Ucimu: il digitale è fondamenta­le

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