Corriere della Sera

I 4 dj/produttori in vetta alla classifica

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Quattro anni per arrivare al numero 1. «L’idea di questo volume 3 è nata nel 2016, ma prima di uscire volevamo che tutto fosse a posto». Obiettivo centrato. «Bloody Vinyl 3 BV3», firmato da Slait, tha Supreme, Low Kidd e Young Miles, è l’album più venduto della settimana, ha messo assieme oltre 40 milioni di stream, e ha piazzato «Altalene» feat. Mara Sattei e Coez al primo posto nei singoli.

Un deejay (Slait) e tre producer che hanno fornito le basi all’arco costituzio­nale del rap/urban italiano: i padrini Fabri Fibra, Guè Pequeno e Jake La Furia, il numero 1 Salmo, due ragazze come Madame e Mara Sattei, Capo Plaza, Shiva, Hell Raton, Lazza, Dani Faiv, Massimo Pericolo, MadMan, Nitro e altri ancora. Una specie di Nazionale dell’hip hop. «È troppo, la Nazionale è qualcosa che rappresent­a tutti», dice Slait, 33 anni, fondatore con Salmo e Hell Raton della crew Machete e di altre avventure musical-imprendito­riali. E allora, visto che sulla copertina e le grafiche si sono fatti ritrarre come fumetti, tha Sup pure in maschera da luchador messicano, sono i supereroi? «Corretto. Un supereroe è tale solo per alcuni. Abbiamo voluto coinvolger­e tutta la scena: ci sono lo stile, la forza e l’esperienza degli dei dell’olimpo rap ma anche la freschezza, il coraggio e la potenza delle nuove leve».

I primi due episodi di «Bloody Vinyl», idea di Slait, avevano lo spirito dei mixtape, usavano in parte basi inedite e in parte basi prese dagli Stati Uniti. Qui è tutto materiale nuovo. «È un album vero e non un mixtape — precisa Slait —. Ora non abbiamo più bisogno di cercare beat altrove, abbiamo uno standard ai massimi livelli europei. Abbiamo dedicato tantissimo

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