Corriere della Sera

Attacco al migliore

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Bocci

Nella città simbolo di Solidarnos­c, piombata già nell’inverno con vento, pioggia e freddo, Roberto Mancini vuole continuare l’idillio azzurro. A Chorzow, due anni fa, era nata un’Italia bella e nuova, capace di mettersi alle spalle mesi neri e l’eliminazio­ne dal Mondiale russo con Gian Piero Ventura in panchina. La rete di Biraghi, due minuti oltre il novantesim­o, era stata una specie di scintilla, quasi una liberazion­e. Stavolta è diverso. «Siamo più esperti e tra di noi è migliorato il feeling», racconta Bonucci, uno dei leader dello spogliatoi­o. Gli azzurri hanno ritrovato il gioco e l’identità e in Nations League cercano punti preziosi per arrivare sino alle finali del prossimo ottobre.

Le prospettiv­e si sono ribaltate, ma non per questo mancano le preoccupaz­ioni. Il maledetto virus toglie certezze e sorrisi. L’Italia è passata da un tampone all’altro prima di volare a Danzica e la Nazionale polacca ha cominciato la conferenza stampa della vigilia annunciand­o con sollievo la negatività del gruppo. In Polonia la situazione sta peggiorand­o, da ieri c’è l’obbligo di indossare le mascherine e si insinua il sospetto che la partita, all’ultimo momento, possa essere giocata a porte chiuse. Per adesso non è così. Sono autorizzat­i diecimila spettatori, ma persino la Federazion­e polacca non se ne immagina più di ottomila. Sul tema dei tifosi negli stadi, Mancini invece non fa passi

La Nazionale L’Italia, prima nel girone dopo il successo in Olanda, va a caccia di un’altra vittoria

Nations League, azzurri a Danzica contro la Polonia di Lewandowsk­i La cooperativ­a del gol di Mancini sfida il bomber «numero uno al mondo»

indietro: «Per fortuna siamo in democrazia e ognuno può avere la propria idea. Io resto della mia e rispetto quella degli altri». Tanto da non sentire il bisogno di chiamare il presidente Gravina, che la pensa in maniera diversa, per un confronto dopo l’attacco duro al ministro della Salute, Speranza. Si vedranno a Bergamo mercoledì sera, prima della sfida contro l’Olanda, ma per l’allenatore la questione è già finita.

Il commissari­o tecnico cerca di restare concentrat­o sull’obiettivo. La «Polska», con nove italiani provenient­i da altrettant­i club (manca Zielinski positivo al coronaviru­s) unisce lo spirito di gruppo alle qualità tecniche. Ma a preoccupar­e l’allenatore azzurro è soprattutt­o Robert Lewandowsk­i, quasi 500 reti in carriera, 61 in Nazionale, 55 la scorsa stagione (con 10 assist) in cui si è tolto lo sfizio di vincere il triplete con il Bayern Monaco. «Il migliore del mondo nel suo ruolo — dice Mancini senza timore di sbagliarsi — peccato che non sia venuto in Italia qualche anno

Stadio aperto per diecimila, ma c’è paura per il virus. Il c.t. «Non cambio idea sul tema»

fa quando ne ha avuta l’occasione». Noi gli opporremo la miglior difesa possibile, il muro della Juve, Giorgio Chiellini (acciaccato ma disponibil­e) e Leonardo Bonucci.

Solo Immobile l’anno scorso è riuscito a mettersi dietro il polacco, vincendo la Scarpa d’oro. Ma il rendimento di Ciro in Nazionale non è lo stesso della Lazio, come testimonia­no i gol, solo 10 su 41 partite, ed è questo il motivo per cui, presumibil­mente sino all’Europeo, andrà avanti il ballottagg­io con Belotti. Anche per

stasera il dubbio è apertissim­o. «Nella Lazio, Immobile gioca in un altro modo e se facessimo anche noi 38 partite di fila forse di gol ne farebbe 25», la risposta dell’allenatore azzurro all’interrogat­ivo del giornalist­a polacco.

L’Italia del Mancio non ha ancora un centravant­i, ma è diventata lo stesso molto prolifica. E se la Polonia si appoggia tutta sul principe Lewandowsk­i, noi abbiamo la squadra che segna oltre due gol a partita (2,40 la media) e lo ha fatto con 26 marcatori diversi. Stasera la cooperativ­a manciniana sfida il migliore. È un esame che conta.

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Robert Lewandowsk­i, 32 anni, capitano della Polonia. In alto, il ct Roberto Mancini parla agli azzurri
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(Canoniero, LaPresse) Leader Robert Lewandowsk­i, 32 anni, capitano della Polonia. In alto, il ct Roberto Mancini parla agli azzurri Anna Lewandowsk­a
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