Attacco al migliore
Nella città simbolo di Solidarnosc, piombata già nell’inverno con vento, pioggia e freddo, Roberto Mancini vuole continuare l’idillio azzurro. A Chorzow, due anni fa, era nata un’Italia bella e nuova, capace di mettersi alle spalle mesi neri e l’eliminazione dal Mondiale russo con Gian Piero Ventura in panchina. La rete di Biraghi, due minuti oltre il novantesimo, era stata una specie di scintilla, quasi una liberazione. Stavolta è diverso. «Siamo più esperti e tra di noi è migliorato il feeling», racconta Bonucci, uno dei leader dello spogliatoio. Gli azzurri hanno ritrovato il gioco e l’identità e in Nations League cercano punti preziosi per arrivare sino alle finali del prossimo ottobre.
Le prospettive si sono ribaltate, ma non per questo mancano le preoccupazioni. Il maledetto virus toglie certezze e sorrisi. L’Italia è passata da un tampone all’altro prima di volare a Danzica e la Nazionale polacca ha cominciato la conferenza stampa della vigilia annunciando con sollievo la negatività del gruppo. In Polonia la situazione sta peggiorando, da ieri c’è l’obbligo di indossare le mascherine e si insinua il sospetto che la partita, all’ultimo momento, possa essere giocata a porte chiuse. Per adesso non è così. Sono autorizzati diecimila spettatori, ma persino la Federazione polacca non se ne immagina più di ottomila. Sul tema dei tifosi negli stadi, Mancini invece non fa passi
La Nazionale L’Italia, prima nel girone dopo il successo in Olanda, va a caccia di un’altra vittoria
Nations League, azzurri a Danzica contro la Polonia di Lewandowski La cooperativa del gol di Mancini sfida il bomber «numero uno al mondo»
indietro: «Per fortuna siamo in democrazia e ognuno può avere la propria idea. Io resto della mia e rispetto quella degli altri». Tanto da non sentire il bisogno di chiamare il presidente Gravina, che la pensa in maniera diversa, per un confronto dopo l’attacco duro al ministro della Salute, Speranza. Si vedranno a Bergamo mercoledì sera, prima della sfida contro l’Olanda, ma per l’allenatore la questione è già finita.
Il commissario tecnico cerca di restare concentrato sull’obiettivo. La «Polska», con nove italiani provenienti da altrettanti club (manca Zielinski positivo al coronavirus) unisce lo spirito di gruppo alle qualità tecniche. Ma a preoccupare l’allenatore azzurro è soprattutto Robert Lewandowski, quasi 500 reti in carriera, 61 in Nazionale, 55 la scorsa stagione (con 10 assist) in cui si è tolto lo sfizio di vincere il triplete con il Bayern Monaco. «Il migliore del mondo nel suo ruolo — dice Mancini senza timore di sbagliarsi — peccato che non sia venuto in Italia qualche anno
Stadio aperto per diecimila, ma c’è paura per il virus. Il c.t. «Non cambio idea sul tema»
fa quando ne ha avuta l’occasione». Noi gli opporremo la miglior difesa possibile, il muro della Juve, Giorgio Chiellini (acciaccato ma disponibile) e Leonardo Bonucci.
Solo Immobile l’anno scorso è riuscito a mettersi dietro il polacco, vincendo la Scarpa d’oro. Ma il rendimento di Ciro in Nazionale non è lo stesso della Lazio, come testimoniano i gol, solo 10 su 41 partite, ed è questo il motivo per cui, presumibilmente sino all’Europeo, andrà avanti il ballottaggio con Belotti. Anche per
stasera il dubbio è apertissimo. «Nella Lazio, Immobile gioca in un altro modo e se facessimo anche noi 38 partite di fila forse di gol ne farebbe 25», la risposta dell’allenatore azzurro all’interrogativo del giornalista polacco.
L’Italia del Mancio non ha ancora un centravanti, ma è diventata lo stesso molto prolifica. E se la Polonia si appoggia tutta sul principe Lewandowski, noi abbiamo la squadra che segna oltre due gol a partita (2,40 la media) e lo ha fatto con 26 marcatori diversi. Stasera la cooperativa manciniana sfida il migliore. È un esame che conta.