Yates positivo al Covid Però la bolla regge
Brindisi, venerdì pomeriggio. Simon Yates, capitano della Mitchelton-Scott, favorito per il Giro con già 3’52” di ritardo, chiude la settima tappa con un leggero mal di testa. Matteo Beltemacchi, medico della squadra, gli misura la febbre: 37,4. La prudenza impone un test rapido antiCovid — positivo —, cui segue un Rt-Pcr, cioè il tampone molecolare, più approfondito: di nuovo positivo. A quel
Vegni I test rapidi funzionano, così abbiamo protetto il gruppo Da stasera i molecolari, più approfonditi
punto il Giro d’Italia di Yates, fresco vincitore della Tirreno, finisce. Come è stato contagiato l’inglese, che dalla crono di Monreale (primo test negativo) vive nella bolla della corsa? «Non si può controllate tutto — spiega Beltemacchi —. Nella bolla i test vengono fatti a tutti ma quando arriviamo in hotel, non tutti sono testati». In più ci sono i rischi in corsa, quando la carovana attraversa il pubblico: «Fondamentali il distanziamento e la mascherina: ne va della salute di tutti» è l’appello di Mauro Vegni, direttore del Giro.
La bolla, dopo una settimana, è stata perforata. Ma la bolla regge: «Il protocollo del Giro funziona — dice Vegni
—, i test rapidi ci hanno permesso di fermare subito Yates (già sfebbrato e trasportato in ambulanza a Gavirate, base del team australiano, per fare la quarantena, ndr). Se avessimo seguito l’Uci avremmo dovuto mandare il test a Milano e aspettare una risposta. Così, invece, abbiamo tamponato la situazione e salvato il resto dei corridori, tutti testati e tutti negativi». È con il massimo della prudenza, e con la bolla rafforzata, che stamane il Giro si arrampicherà ai 1637 metri di Roccaraso, in Abruzzo; un altro faticoso e coraggioso passo verso il traguardo di Milano mentre la Roubaix si arrende alla pandemia e la Vuelta (al via tra 10 giorni) rischia grosso. «Siamo sereni, i controlli sono efficienti» garantisce Vegni.
Un’équipe di medici completerà un’altra ondata di tamponi molecolari sui corridori tra stasera e domani: le risposte sono attese per martedì mattina quando, dopo il giorno di riposo, la corsa ripartirà per Tortoreto. Mercoledì toccherà a tutti gli addetti ai lavori. «Un Giro accorciato? Soltanto se le autorità sanitarie e di governo ci obbligheranno: per noi il Giro d’Italia, sennò, finisce a Milano il 25 ottobre» è la risposta di Vegni, che evita qualsiasi contatto con i ciclisti per non rischiare un caso Prudhomme (il direttore del Tour contagiato a settembre e costretto a lasciare la corsa per otto giorni).
Su un fondo di inquietudine, prevale l’ottimismo.