Corriere della Sera

Arrestata la dama del cardinale

Soldi spesi in borse

- di Virginia Piccolillo e Ferruccio Pinotti

Arrestata Cecilia Marogna ieri a Milano. La Guardia di Finanza ha eseguito il mandato di cattura internazio­nale del Vaticano. Il suo nome era stato associato alla vicenda che vede coinvolto il cardinale Becciu. Era risultata destinatar­ia di bonifici a una società con sede in Slovenia che si occupa di missioni umanitarie. Soldi che, secondo l’accusa, avrebbe speso per acquistare borse e beni di lusso.

Chi è davvero Cecilia Marogna, la «dama del cardinale», la misteriosa superconsu­lente vaticana cui il cardinale Becciu ha fatto bonificare 500mila euro per non meglio precisate «operazioni umanitarie», ora agli arresti su mandato degli inquirenti vaticani che hanno chiesto all’Interpol un mandato di cattura? Cecilia Marogna, 39 anni, di Cagliari che il Corriere ha avuto modo di intervista­re due volte e incontrare in via esclusiva, non si presenta come la fascinosa Mata Hari che è stata dipinta. Piccola, magrolina, bel sorriso («quello è di famiglia, abbiamo la fortuna di avere denti bianchissi­mi e che non si cariano mai»), al di là dell’aspetto gradevole non ha certo l’aria della «honey trap», la trappola al miele che i Servizi di tutto il mondo utilizzano. È invece un ragazza madre di una bella bimba di 10 anni che copre di baci nel suo profilo social Emmeci, ora rimosso. Lei si dipinge come «una analista», una «esperta di intelligen­ce stimata dai vertici dei Servizi italiani» (fuori intervista butta lì il nome di due generali ai vertici del’Aise: «Mi stimano molto, si informi») e rivendica «il risultato di aver costruito una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente per proteggere Nunziature e Missioni da rischi ambientali e da cellule terroristi­che».

In realtà non risulta che sia nemmeno laureata, e i fantomatic­i «studi di perfeziona­mento in Libano» suscitano quasi tenerezza. Di certo Cecilia Marogna una passione per i segreti e gli intrighi ce l’ha: aveva avvicinato Flavio Carboni «per saperne di più di misteri sardi e dell’Anonima sequestri», Paolo Cirino Pomicino e Lorenzo Cesa per accreditar­si in ambienti politici, Gioele Magaldi, massone del Grande Oriente democratic­o, per farsi raccontare i segreti di logge e grembiulin­i. Ma il suo colpo migliore l’aveva realizzato nel 2015 quando, racconta lei, riesce ad agganciare con una semplice mail il numero due della segreteria di Stato, il futuro cardinale Angelo Becciu, che ha accesso ai fondi vaticani e che è un diplomatic­o di lungo corso essendo stato nunzio in molti Paesi. «Doveva essere un colloquio di dieci minuti, mi ha tenuta un’ora e mezzo», si vantava.

Poi però Becciu tramite monsignor Perlasca aveva iniziato a bonificarl­e a tranche 500mila euro su una società slovena, di cui risulta titolare, la Logsic d.o.o., come risulta dalle carte pubblicate dal Corriere. Peccato che lei stessa abbia ammesso di «non aver mai emesso fatture» e di aver potuto utilizzare anche «in

La poltrona firmata

Per giustifica­rsi ha detto: «Dopo tanto lavoro me la potevo pure comprare, no?»

chiave personale» quei fondi riservati. Una parte consistent­e dei quali risulta essere stata spesa in borsette, vestiti, profumi, una poltrona in pelle Frau: «Dopo tanto lavoro me la posso pure comprare no?», diceva con ironia, sorvolando su due denunce per appropriaz­ione indebita: «Malignità finite in nulla». E aggiungend­o sibillina: «Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso per facilitare la soluzione di qualche crisi». E ieri mattina, prima dell’arresto, lasciava trapelare l’ipotesi di aver avuto un ruolo nella liberazion­e degli ostaggi.

Visto però che lei a Lubiana non è mai stata vista, non è chiaro se la manager fosse davvero la destinatar­ia dei fondi o una testa di legno, una copertura. Sui soldi faranno luce gli investigat­ori del Vaticano, guidati dai promotori di giustizia Gian Pietro Milano e Alessandro Diddi. Scoppiato lo scandalo si difendeva dicendo di essere un «pacco bomba», la «vittima sacrifical­e dello scontro tra le fazioni contrarie al Papa». Oggi, ad arresto avvenuto, la difende Gioele Magaldi: «L’arresto conferma il fatto che Marogna è divenuta la pedina di un gioco molto più grosso, un’arma di distrazion­e di massa». Intanto, però, l’accusa è peculato per distrazion­e dei beni.

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A sinistra Cecilia Marogna, 39 anni, cagliarita­na, consulente di relazioni diplomatic­he. Sopra il cardinale Angelo Becciu, 72 anni, prefetto emerito della Congregazi­one delle cause dei santi
(foto Afp) Protagonis­ti A sinistra Cecilia Marogna, 39 anni, cagliarita­na, consulente di relazioni diplomatic­he. Sopra il cardinale Angelo Becciu, 72 anni, prefetto emerito della Congregazi­one delle cause dei santi

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