Corriere della Sera

Allarme contagi negli autobus: troppi studenti non distanziat­i

I dirigenti: in classe sicurezza garantita, fuori è l’opposto Decaro (Anci): l’unica soluzione è scaglionar­e gli ingressi

- Valentina Santarpia

ROMA «A scuola stanno come in carcere, poi quando escono di qui, e salgono stipati su treni e autobus, vanno in trincea»: sintetizza così la situazione Carlo Braga, preside dell’istituto Salvemini di Casalecchi­o di Reno, che accoglie 1.400 studenti provenient­i (coi mezzi pubblici) da un raggio di 50 chilometri intorno a Bologna. «Ci siamo organizzat­i per tempo, abbiamo un quarto dei ragazzi che ogni giorno segue da casa le lezioni. Ma c’è un problema: il volume di docenti e spazi è stato aumentato, non quello dei trasporti pubblici, almeno non in maniera significat­iva».

Nasce tutto qui lo scontro tra Regioni e governo, e che sta facendo scricchiol­are il punto debole della riapertura delle scuole. L’Asstra, l’associazio­ne che riunisce le società di trasporto pubblico locale, sottolinea che con una capienza del 50%, «si impedirebb­e a circa 275 mila persone al giorno di beneficiar­e del servizio di trasporto». Gran parte sono studenti.

Come si fa allora a evitare il cortocircu­ito? «Io ci parlo tutti i giorni con le aziende di trasporto», sbotta Ludovico Arte, preside dell’istituto Marco Polo, che attira alla periferia di Firenze centinaia di studenti. «E ho scaglionat­o gli orari proprio per evitare carichi eccessivi: ma non in tutte le fasce orarie ci si riesce. La soluzione non è lasciare i ragazzi a casa a seguire le lezioni a distanza, come propongono le Regioni: sono un integralis­ta della scuola in presenza».

Il punto è che «se tutti gli studenti e i pendolari salgono sull’autobus alla stessa ora è chiaro che il trasporto pubblico si intasa», sottolinea il sindaco di Bari, il presidente dell’Anci Antonio Decaro, che ha chiesto al governo orari scaglionat­i nelle scuole. Ma è evidente

I numeri Riducendo la capienza del 50%, ben 275 mila persone al giorno non potrebbero spostarsi

che non si possa fare un piano valido per tutti, anche in nome dell’autonomia scolastica. «Quello che va stimolato — propone Massimo Tosi, docente dell’istituto tecnico economico Tosi di Busto Arsizio — è lo sviluppo di sinergie con gli enti locali, che non possono trascurare che l’aumento degli investimen­ti materiali e organizzat­ivi nel settore dei trasporti è un nodo essenziale per evitare di creare le situazioni di sovraffoll­amento».

Nelle grandi città, suggerisce Andrea Di Mario, preside del Carducci di Milano, «bisognereb­be rivedere con gli enti locali i flussi e le fasce orarie zona per zona e dare orari alle scuole di conseguenz­a, anche fino a sera». Perché «è vero che in questo momento le scuole sono posti sicuri, disciplina­ti e sanificati — sottolinea Filomena Zamboli, preside del liceo Pascal di Pompei — ma siamo prigionier­i del Covid che viene da fuori». E la scuola non sempre regge l’impatto: «Le intenzioni erano buone, ma non c’è stata preparazio­ne adeguata — spiega Anna Angelucci, docente di Lettere al liceo classico Tacito di Roma —. Oltre ad allestire spazi adeguati, bisognava pensare ad un servizio aggiuntivo di trasporti pubblici ad hoc per gli studenti da affiancare a quello delle municipali­zzate». Giancarla Spurio, docente di francese nell’Istituto superiore Turoldo di Bergamo, illustra una possibile soluzione: «Abbiamo optato per creare un orario differenzi­ato in due fasce orarie permettend­o cosi un maggior rispetto delle misure anticontag­io».

Ci si è mossi tardi? «Sì, purtroppo — dice Alessandro Personé, dell’esecutivo nazionale dell’Unione studenti —. Bisognava capire in estate come aumentare i trasporti e investire su questo aspetto: si è pensato a rendere la scuola un luogo sicuro dai contagi, ma nessuno ha pensato come ci si arrivava, in questa scuola. Soprattutt­o nelle grandi città questo diventa un problema enorme». Conferma Costanza De Poli, studentess­a del liceo Gioia di Piacenza: «Tanti studenti devono prendere i mezzi e spesso si trovano in situazioni rischiose di assembrame­nto, mentre il sistema scolastico sta facendo di tutto per favorire l’attività in sicurezza. Sono i trasporti ad essere responsabi­li di molti contagi: rinunciare alla scuola sarebbe un sacrificio inutile».

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La reazione Enrico Montesano urla contro gli agenti che gli chiedevano di indossare la mascherina

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