Corriere della Sera

Tornano a crescere i contagi: 5.901 Balzo dei ricoveri in rianimazio­ne

I pazienti in terapia intensiva a quota 514 (più 13,7%) In aumento anche i morti: 41, mai così tanti dal 17 giugno

- Giovanna Cavalli

Il coronaviru­s non molla. Dopo una breve tregua, tornano a crescere i contagi. Ieri sono stati registrati 5.901 nuovi casi, contro i 4.619 di lunedì (+1.282), sebbene a fronte di 112.544 tamponi, circa 27mila in più.

Tant’è che il rapporto tra neo-positivi e test eseguiti scende di pochissimo: da 5,4 a 5,2% (una settimana fa era 2,9). Aumenta il triste computo dei morti: 41, due in più del giorno prima, mai così tanti dal 17 giugno, 36.246 da inizio pandemia. Il totale dei contagiati, compresi guariti e vittime, sale a 365.467.

Ma il dato più inquietant­e del bollettino del ministero della Salute è quello dei ricoveri in terapia intensiva: ci sono altri 62 pazienti in rianimazio­ne, in tutto 514 (+13,7% rispetto ai 452 del giorno prima). Non andava così male dal 26 maggio, quando furono 521. Così come i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono ormai 5.076 (+255). Gli attualment­e positivi sono 87.193 (+ 4.429): di questi, 81.603 in isolamento domiciliar­e. I dimessi e i guariti, unica nota rasserenan­te, sono 242.028 (+1.428).

In Lombardia superata quota mille. Su 17.186 tamponi effettuati, sono 1.080 i nuocoltà vi contagi, con un rapporto percentual­e del 6,2, con altre 6 persone decedute e 12 ricoverate in terapia intensiva. Tra le province, a Milano segnalati 440 casi, di cui 236 in città, a Monza 180, a Bergamo 40, a Brescia 35. Il Comitato Tecnico Scientific­o locale invoca un’ulteriore stretta, individuan­do due criticità. La diffia seguire il tracciamen­to dei positivi, soprattutt­o nell’area di Milano e con le interviste ai giovani che hanno una complessa vita sociale da ricostruir­e. Arruolate squadre di emergenza. L’altra priorità è reperire luoghi adatti per garantire quarantene sicure a quei pazienti che non possono ultimare la convalesce­nza a casa. Gli hotel non sembrano intenziona­ti ad offrire spazi. «Manca pure il vaccino anti-pneumococc­o» denuncia il consiglier­e regionale del Pd, Samuele Astuti.

Continua il trend negativo in Campania con 635 contagiati su 7.720 tamponi. Impennata

I medici: fra due mesi il sistema è a rischio La fondazione Gimbe: troppo pochi i tamponi

dei casi di Covid-19 nel Lazio: i neo-positivi sono 579 (+184), di cui 201 a Roma. Boom di contagi in Sardegna, 157 casi in un giorno. In Emilia Romagna 341 positivi su 13.344 tamponi.

«Con questi numeri gli ospedali italiani reggeranno almeno cinque mesi, ma se dovessimo passare dai circa 5 mila casi giornalier­i a oltre 10 mila come in Francia, il sistema resistereb­be al massimo due mesi», avverte Carlo Palermo, segretario dell’ AnaaoAssom­ed, sindacato dei medici ospedalier­i italiani. Preoccupat­a l’analisi di Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’ Associazio­ne anestesist­i rianimator­i ospedalier­i Aaroi-Emac. «Le persone in rianimazio­ne sono raddoppiat­e nel giro di una settimana. Un dato relativame­nte basso, che però dimostra che non siamo di fronte ad una curva lineare, bensì ad un’iniziale curva esponenzia­le».

Ancora troppo pochi i tamponi eseguiti, secondo la Fondazione Gimbe, per cui le attività di testing non sono state potenziate in misura proporzion­ale all’aumentata circolazio­ne del virus.

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