Ue, Salvini sposa la linea di Giorgetti
Un tour e l’apertura al dialogo nell’Unione. «Cambiare? Per ora no, ma del doman non v’è certezza»
«Per ora non cambia nulla, ma del doman non v’è certezza» dice Matteo Salvini facendo il verso a Lorenzo il Magnifico. Ed è un espediente aulico per avviare le operazioni di riposizionamento della Lega sullo scacchiere europeo. Sollecitato a più riprese da Giancarlo Giorgetti, preoccupato che il primo partito italiano conti poco o nulla a Bruxelles, ieri il leader del Carroccio ha incontrato gli eurodeputati leghisti e ha condiviso con il suo vicesegretario (e responsabile Esteri) la nuova strategia.
Salvini e Giorgetti partiranno con un tour nelle capitali europee per una serie di incontri con le forze affini e poi si vedrà. Ma intanto, qui ed ora, c’è l’astensione sul Recovery fund, un modo un po’ tortuoso ma tangibile di cessare le ostilità nei confronti dell’Europa in un momento in cui è da Bruxelles che devono arrivare i 209 miliardi indispensabili al Paese per risollevarsi dalla crisi. «Dobbiamo fare gli interessi nazionali in Europa» traduce Giorgetti, che aggiunge: «Il mondo cambia e cambiamo pure noi. Noi eravamo per uscire dall’euro ma, ora che siamo dentro, uscire è complicato».
Anche Salvini, che subito dopo il vertice interno ha bevuto un caffè con Giorgia Meloni incontrata casualmente in un ristorante, ritiene che l’Europa stia cambiando. E il merito lo ascrive alle forze come la sua che hanno agito da pungolo. «Prendo atto che grazie ai cosidetti sovranisti l’Europa sta cambiando, nella direzione che chiedevamo noi, la Bce sta facendo quello che chiedevamo noi, il Recovery fund è completamente diverso dalla logica del Mes, rimette al centro il lavoro e il diritto al lavoro».
E tuttavia, per ora si modifica l’approccio, non il gruppo di riferimento al Parlamento europeo. I deputati della Lega rimarranno in «Identità e democrazia», in cui siedono con il Rassemblement national di Marine Le Pen e con Alternative für Deutschland. Poi, soprattutto alla luce di quel che avverrà in Germania nel partito di Angela Merkel, come dice Salvini «si vedrà».
L’incontro di ieri segna un riavvicinamento tra il leader e Giorgetti, interprete di una linea più istituzionale e dialogante rispetto a quella del segretario. All’uscita dal vertice i due sono apparsi sorridenti e hanno rimarcato la «piena sintonia». Un’intesa che dà in buona parte soddisfazione alle richieste avanzate più volte dall’ex sottosegretario: dalla creazione di una segreteria politica all’offensiva del dialogo in Europa.
Grazie ai cosiddetti sovranisti l’Europa sta cambiando nella direzione che chiedevamo
Facciamo gli interessi nazionali in Europa Il mondo cambia e cambiamo pure noi
G. Giorgetti