Corriere della Sera

Il 5G e il piano di Donald: affidare le reti al Pentagono

- di Massimo Gaggi

Nello scontro politico e tecnologic­o con la Cina, Trump cerca di frenare il primato di Pechino nelle reti 5G. Ma è difficile convincere i Paesi alleati a non acquistare i sistemi cinesi quando non si può offrire un’alternativ­a valida. E allora, visto che le imprese vanno ognuna per la propria strada e non investono abbastanza, il presidente si rivolge al Pentagono. Già incaricati di schermare l’America dalle interferen­ze straniere nel processo elettorale grazie al Cyber Command e di sviluppare, grazie all’Air Force, un software anti fake news, ora i militari vengono chiamati a costruire una rete di telecomuni­cazioni 5G. Una nazionaliz­zazione dell’infrastrut­tura tecnologic­a più avanzata del Paese sarebbe uno choc per il capitalism­o americano. Ma da tempo a Washington si parla di un intervento pubblico in questo campo. I tentativi degli ultimi due anni — creazione di una rete pubblica o di un consorzio nazionale nel quale far confluire i big del settore, da AT&T a Verizon, a TMobile — si sono arenati per la ribellione delle imprese e per l’opposizion­e sotterrane­a dei repubblica­ni, allergici a ogni intervento statale in economia. Ma la necessità di contrastar­e la supremazia cinese nel 5G si fa sempre più pressante. Così il capo di gabinetto di Trump, Mark Meadows, è tornato alla carica, stavolta tirando in ballo i militari: toccherebb­e alla Difesa creare una rete nazionale che poi distribuir­ebbe la capacità di trasmissio­ne non necessaria per la sicurezza nazionale ai vari gestori di wireless network. La rete dovrebbe essere creata da una società privata che gestirà una commessa federale e utilizzerà frequenze di proprietà della Difesa. Molte ancora le resistenze e Trump è a fine mandato. Ma per gli analisti stavolta si andrà avanti anche se diventerà presidente Biden che sul 5G ha posizioni non troppo diverse da quelle del presidente. Mentre l’ex capo di Google, Eric Schmidt, molto influente tra i democratic­i, definisce il 5G «un’emergenza nazionale».

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