Cartelle, stop alla moratoria fiscale Si chiude il blocco dei pignoramenti
Il termine di giovedì. Nove milioni di avvisi pronti a partire: saranno scaglionati in sei mesi
La tregua tra Fisco e chi non ha pagato le cartelle esattoriali — determinata dall’emergenza coronavirus — ha le ore contate. Giovedì, infatti, terminerà il divieto di notifica delle cartelle di pagamento ma anche quello di promuovere nuove azioni esecutive o cautelari. In soldoni, da venerdì potranno partire le cartelle esattoriali e ci sarà il via libera ai pignoramenti per coloro che non hanno saldato il loro debito verso l’Agenzia delle Entrate. O che hanno ricevuto ingiunzioni fiscali emesse dagli enti territoriali (Comuni e Regioni). Secondo le stime ci sono 9 milioni di cartelle esattoriali pronte a partire, anche se scaglionate nei prossimi sei mesi.
Ma l’Agenzia delle Entrate cosa può pignorare? Innanzitutto, è bene ricordare che sono pignorabili i redditi fino a un massimo del 20% del loro importo. Inoltre, dato che lo Stato non è — come vuole la vulgata — patrigno, ha da sempre disposto che non possano essere pignorati in un’abitazione quei bene considerati fondamentali per la vita e la dignità delle persone. A fornirne l’elenco è l’articolo 514 del Codice di procedura civile. Niente paura, dunque, per lavatrici e frigoriferi, letti, tavoli e armadi, stoviglie, abiti e biancheria. Sono esclusi però — tranne i letti — tutti quei mobili che hanno un evidente valore artistico o di antiquariato. Esclusi dal pignoramento anche l’anello nuziale e gli oggetti di culto, gli strumenti e gli oggetti e i libri indispensabili per l’esercizio della professione, dell’arte o del mestiere del debitore. Salvi anche gli animali da compagnia o impiegati a fini terapeutici o di assistenza. Cosa diversa per gli animali allevati per fini produttivi, alimentari o commerciali: questi sono considerati fonte di reddito e dunque l’Agenzia delle Entrate può confiscarli. Salvi anche viveri e combustibili necessari per il sostentamento di un mese, mentre le polizze assicurative sono sempre impignorabili. Sempre per salvaguardare la sopravvivenza e la dignità del debitore, lo Stato non mette le mani su sussidi e pensioni minime.
Di fatto, il pignoramento è il primo atto esecutivo, realizzato con lo scopo di vincolare determinati beni del debitore al soddisfacimento del diritto del creditore. Questo significa che il debitore può continuare a disporre materialmente dei beni che sono oggetto di pignoramento, tranne ovviamente venderli o distruggerli. Tecnicamente, il pignoramento può essere immobiliare, se ha per oggetto beni immobili; mobiliare, se ha per oggetto cose mobili; presso terzi, se ha per oggetto crediti o beni del debitore che sono nella disponibilità di terzi. L’esempio più lampante è il pignoramento del saldo creditore di un conto corrente bancario. Perciò il pignoramento deve indicare il credito per cui l’ufficiale giudiziario procede e i beni che si intendono pignorare. E deve contenere la richiesta che il debitore dichiari la sua residenza o il proprio domicilio eletto.
Chi rischia
A rischio i contribuenti che non hanno saldato il debito verso l’Agenzia delle Entrate
20
Per cento La quota massima di redditi pignorabili da parte dell’Agenzia delle Entrate in caso di mancato pagamento