Il dono di Mia, l’artista geniale di 11 anni
Livornese, 144 di QI, legge già Verga I suoi disegni in una mostra: «Mi ispiro a Modigliani e Schiele»
I volti e i corpi dei personaggi si materializzano in un turbinio di colori quando meno te lo aspetti. Due minuti prima sembrano scarabocchi di una bambina, due minuti dopo ti fissano negli occhi e ti raccontano emozioni. «Li ho disegnati ispirandomi a Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Egon Schiele, Artemisia Gentileschi, Tamara de Lempicka, alcuni dei miei autori preferiti», spiega con una semplicità disarmante Mia Pampaloni, 11 anni. Che da almeno sette disegna e dipinge e dalle elementari legge Giovanni Verga, Edith Wharton, Luigi Pirandello, Alberto Moravia e Cesare Pavese anche se adesso, come dice lei, si è appassionata di Elio Vittorini.
Mia, livornese figlia unica di Stefano, un imprenditore che opera nel web e di Elisa Cavasin, consulente del lavoro, è una bambina prodigio. Il suo quoziente di intelligenza ha superato 144, il livello dei geni. Un dono non facile da gestire in una bimba che da piccola ha smesso di giocare e ha sostituito l’attività ludica con la lettura e la rappresentazione del mondo utilizzando il talento della sua arte. Le prime opere le ha pensate sui banchi dell’asilo davanti a maestre incredule. In terza elementare disegnava meglio di una neo laureanda dell’Accademia delle Belle Arti e chi guardava le sue opere pensava a una burla alla livornese. Adesso Mia e i suoi genitori hanno deciso di organizzare una mostra. Si chiama Undici (l’età dell’artista e il numero delle opere per ora esposte) e l’hanno appena aperta sul web. Poi, Covid permettendo, ci sarà una personale dal vivo. «Che abbiamo deciso di organizzare dopo aver ascoltato il parere di psicologi e pedagogisti», spiegano babbo Stefano e mamma Elisa.
Una decisione non facile. «Ci siamo molto interrogati sul dono straordinario della nostra bimba — continuano i genitori —. Fin dalla scuola materna Mia ha sempre preso molto sul serio regole e problematiche che la riguardano da vicino o da lontano: dai compiti in classe al cambiamento climatico, sino alla pandemia che sta studiando con attenzione. La sua intelligenza rappresenta certamente una dote meravigliosa ma allo stesso tempo impone di intraprendere un percorso tutt’altro che semplice».
Parlare con Mia è un’esperienza profonda e a volte disarmante. C’è il corpo, quello di una bambina, e c’è una mente che vola altissima. Così tutte le domande sembrano banali. Quali sensazioni provi quando disegni? «Ad essere sincera non ho emozioni particolari — risponde — per me è come se mi chiedessi che sensazioni provi quando mangi o dormi. Semplicemente mi piace tanto disegnare e studiare gli artisti del passato e gli attuali». C’è un legame tra arte visiva e scrittura? «Molti pittori prima sono stati poeti e scrittori, come Egon Schiele. Il legame tra arte visiva e scrittura in genere è forte e solido perché secondo me rappresenta, in modi diversi, l’esigenza d’espressione e visione del mondo di un artista». E sono esattamente le sue parole.